Ricorso al Tar contro la scuola polmone, “scarsa attenzione al cittadino e ai professionisti

04 Aprile 2015

"Forse l’unico modo per superare il grave momento di crisi che stiamo attraversando è un radicale cambio di direzione, con l’adozione di meccanismi già previsti dalla legge: una progettazione partecipata, sviluppata attraverso il concorso di progettazione, con scelte strategiche in grado di valorizzare le peculiarità locali e il tessuto vitale dell’Italia composto dalla rete delle piccole imprese e contribuendo così a creare una filiera di reale crescita". Così gli ordini degli Architetti e degli Ingegneri della Valle d’Aosta che assieme a tutti i 16 Ordini provinciali degli Architetti ed Ingegneri del Piemonte hanno presentato ricorso al Tar di Aosta per chiedere l’annullamento del bando di gara sulla scuola polmone di Tzamberlet. 

Tra le contestazioni mosse dai due ordini professionali c’è la "scarsa attenzione al cittadino" che "con la procedura messa in atto contrariamente al modus operandi europeo, pagherà di fatto dei maggiori costi per un’opera che non ha avuto alcun modo di condividere". Architetti e ingegneri ricordano, infatti, come "il tipo di appalto individuato dalla Regione per la realizzazione dei lavori, si configura come di tipo integrato…La legge prevede che in tali casi il progetto preliminare debba contenere approfondimenti esecutivi in modo da dare certezza che i lavori non richiedano successive varianti, con conseguenti aumenti dei costi. Non è così, tanto che già in fase di progettazione definitiva, viene richiesto ai partecipanti di proporre una prima variante (una palestra da realizzare al posto delle gradinate esterne). Ma soprattutto e volutamente, l’amministrazione chiede di non eseguire la progettazione di componenti relativi alla sicurezza dell’edificio contravvenendo alla legge ed alla logica… In merito ci è stato risposto con una non ben chiara volontà di affidare i relativi incarichi successivamente, ma ciò, oltre a essere una procedura illegittima, comporterebbe stravolgimenti del complesso scolastico con lievitazione dei costi."

A questo si aggiunge una "scarsa attenzione per l’Ingegnere e l’Architetto e per tutto il relativo indotto". Secono i due ordini "dietro la presunta voglia di risparmiare affidando il progetto alle imprese, si cela un enorme maggior costo complessivo, basti pensare che le stesse devono produrre e pagare ciascuna in sede di gara un progetto definitivo, quando con una procedura tradizionale ne veniva prodotto uno solo lasciando alle imprese la possibilità di fare un maggiore sconto. Vi è poi una voluta complicazione dei requisiti di ammissione con degli artificiosi meccanismi richiesti dal bando che fanno sì che la maggior parte degli studi professionali italiani non siano in grado di partecipare alla gara". Pochi i professionisti che potranno accedere alla gara così come le imprese e gli artigiani, sostengono i promotori del ricorso.  "La tipologica costruttiva (prefabbricato in legno), scelta sulla base di una presunta astratta idea di risparmio (il costo ammonta in realtà a 20 milioni di euro con cui si poteva tranquillamente costruire una scuola tradizionale e più flessibile), restringe il numero dei potenziali concorrenti tra pochi a livello nazionale".
 

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