Rincari bollette e materie prime fanno tremare il settore manifatturiero
I rincari di gas e elettricità e il conflitto in Ucraina minano la ripresa avviata nei mesi scorsi. “Il pericolo è la chiusura forzata di molte attività, oltre ad un ulteriore aumento dei prezzi da parte degli imprenditori a causa del conseguente rincaro delle materie prime. Gli effetti di questa situazione andranno ad indebolire i conseguenti consumi ed incideranno sull’inflazione”. A lanciare l’allarme è Michele Biza, Presidente Altre Industrie Manifatturiere Confindustria Valle d’Aosta, nonché amministratore unico di Musumeci Spa, l’azienda specializzata nella produzione di stampati di alta qualità.
I dati del Centro studi di Confindustria mostrano costi energetici in impennata per le imprese manifatturiere con 37 miliardi previsti nel 2022 dai 5 del 2021. L’aumento dei costi inciderà, secondo Biza, non solo sul settore manifatturiero dove “le tariffe si alzeranno ulteriormente e le aziende avranno grande difficoltà a riversare tutti i costi sul prodotto e sul mercato”, ma anche quello “della ristorazione, del commercio e della ricettività”.
L’indagine previsionale relativa al primo trimestre 2022 realizzata da Confindustria Valle d’Aosta, sulla base delle risposte pervenute da un campione molto significativo di aziende del settore manifatturiero e dei servizi, mostrano segnali di speranza sul fronte dell’occupazione, che migliora, passando dal +11,54% del quarto trimestre del 2021 a un +19,05% del primo trimestre del nuovo anno. Poi cresce di quasi dieci punti percentuali il dato relativo alla produzione che sfiora il 37%. Lievita inoltre il dato sui nuovi ordini che fa registrare un +40% e quello relativo all’export che si attesta su un +43,48%.
Gli imprenditori restano cauti e il pessimismo frena però gli investimenti: solo il 4% degli intervistati ha pensato di investire in tecnologie che permettono di aumentare l’efficienza energetica dell’impresa.
Per sostenere innovazione e investimenti, le imprese chiedono l’intervento dello Stato. “Momenti di difficoltà come questo devono spingere le attività ad investire ed innovare per prepararsi ai mercati ed agli scenari di domani. Va da sé che è fondamentale che questo sforzo sia sostenuto anche dal settore pubblico e dallo Stato” aggiunge Biza.
Oltre a interventi strutturali di medio e lungo termine, gli imprenditori pensano a: agevolazioni nella componente fiscale, a una riforma del mercato elettrico, passando per l’aumento della produzione nazionale di gas riequilibrando gli approvvigionamenti esteri.
“Le associazioni industriali e del commercio hanno più volte indicato la richiesta di misure strutturali e riforme della struttura, ad esempio, della bolletta elettrica in modo da ridurre gli oneri generali di sistema”, avanza Biza. “I fondi del Pnrr sono la migliore notizia per l’economia dell’Italia. Rappresentano un’iniezione di risorse e possibilità che possono dare una spinta fondamentale alla ripresa del nostro sistema Paese. Si tratta di un’opportunità unica da non sprecare, ma da affrontare tutti insieme, pubblico e privato, con uno spirito univoco”.