Sciopero del 29 novembre: le ragioni della protesta indetta da Cgil e Uil
Cgil e Uil Valle d’Aosta lanciano un appello contro l’inadeguatezza della nuova manovra finanziaria del governo Meloni aderendo allo sciopero generale di venerdì 29 novembre. Per tutto il giorno, i lavoratori dei settori pubblico e privato si fermeranno per chiedere maggiori investimenti nella sanità, un adeguamento salariale in linea con l’inflazione e politiche che rendano più attrattive le professioni sanitarie. Si tratta di uno sciopero generale che coinvolge non solo il reparto pubblico e la sanità, ma anche i privati. Ad Aosta sarà allestito anche un presidio in piazza des Franchises.
Le ragioni dello sciopero si concentrano su tre criticità principali individuate dai sindacati. Viene denunciato – da parte della manovra finanziaria del Governo Meloni – il mancato investimento nella sanità pubblica, con risorse spesso dirottate verso il settore privato e un numero insufficiente di nuove assunzioni per coprire i bisogni del sistema sanitario. Un altro punto centrale è la mancata revisione dei contratti collettivi, che penalizza i dipendenti pubblici con un aumento tabellare limitato al 6%, ben lontano dal 16% richiesto per allinearsi all’inflazione reale. Infine, i sindacati evidenziano l’assenza di misure concrete per valorizzare le professioni sanitarie, sempre meno attrattive a causa delle difficili condizioni lavorative e retributive.
In Valle d’Aosta, lo sciopero vedrà l’adesione di operatori socio-sanitari e personale assistenziale di strutture come il GB Festaz e la casa di riposo Domus Paci di Donnas, dove saranno organizzati presidi simbolici. All’ospedale Parini, pur aderendo allo sciopero, il personale sanitario garantirà i servizi essenziali, come previsto dagli obblighi deontologici. Parteciperanno alla protesta anche i trasporti, ma non è stata confermata l’adesione del gruppo ferrovie.
“È un’ennesima beffa constatare che alla Camera è stata depositata una bozza di bilancio in cui non si fa più menzione dell’assunzione di medici e infermieri. Le centinaia di nuove assunzioni promesse dal ministro Schillaci non sono state sufficienti a coprire il fabbisogno reale di operatori socio-sanitari e infermieri. Guardando al futuro, entro il 2038 il 60% del personale sanitario attuale andrà in pensione, aggravando ulteriormente una situazione già critica” commenta Nunzia Pisanti per Uilfpl e Uil.
“Non stiamo garantendo i diritti né dei lavoratori né dei cittadini. La sanità pubblica è in crisi per anni di definanziamenti e oggi manca un piano concreto per invertire la rotta. Non ci sono risorse né per migliorare le condizioni di lavoro né per potenziare il servizio sanitario” ha sottolineato Eleine Krieger Garcia, rappresentante della Cgil Funzione Pubblica Valle d’Aosta, durante la conferenza stampa di questo pomeriggio, martedì 26 novembre.
Sciopero del 29 novembre, il Savt chiede un incontro alla Regione
“Al termine di un’attenta e precisa analisi della situazione e riscontrato come l’impoverimento di alcune fasce di lavoratori e di cittadini sia in continuo aumento anche nella nostra realtà regionale, si è ritenuto che fosse più che mai necessario chiedere un incontro al Presidente della Regione, che in Valle d’Aosta svolge anche le funzioni prefettizie, con l’obiettivo di mettere al centro dell’attenzione le preoccupazioni del Savt sulla tenuta del tessuto sociale”. Così in una nota il Savt, in vista dello sciopero generale del 29 novembre prossimo indetto da Cgil e Uil.
Il sindacato ricorda come nel solo mese di novembre siano stati 11 gli scioperi proclamati. “Tutti assolutamente leciti e motivati” ma queste iniziative “se da un lato testimoniano le difficoltà che esistono nei vari settori produttivi del paese, dall’altro rischiano di far perdere incisività a quello che è lo strumento di lotta più forte che hanno a disposizione sindacati e lavoratori. Inoltre vi è il forte pericolo di confondere i lavoratori stessi, che rischiano di essere disorientati da una grande serie di scioperi che a volte hanno connotati poco sindacali e che troppo spesso mettono in evidenza una divisione sindacale”.
Per l’organizzazione dei lavoratori “questo rischia di compromettere la credibilità del sindacato stesso, corpo intermedio che ha come ruolo principale quello di farsi difensore e portatore delle istanze dei soggetti rappresentati, fungendo da cuscinetto tra le parti con l’obiettivo di evitare il conflitto sociale e sicuramente non quello di alimentarlo. Cosa che, al contrario, rischia di accadere. Per queste motivazioni e preoccupazioni il direttivo confederale del Savt ha ritenuto opportuno non doversi limitare a dare un’indicazione ai lavoratori se aderire o meno allo sciopero del 29 novembre visto che sono liberi di decidere da soli sul da farsi”.