Telecontact Center via da Pont-Saint-Martin, Savt: “Prolungare smartworking”

27 Ottobre 2022

Con la revoca al 31 marzo 2023 del contratto di affitto della sede di Pont-Saint-Martin e un piano di razionalizzazione avviato da Tim, sembra difficile che la Telecontact Center torni sui propri passi. Per questo si punta a prolungare e intensificare lo smartworking per gli attuali 87 dipendenti della sede valdostana.

“Sono stati i primi ad iniziare a lavorare da casa nel marzo del 2020” sottolinea Edy Paganin del Savt “quando erano un centinaio i dipendenti. Per due anni hanno pagato un affitto quando di fatto gli spazi erano vuoti” Accanto al lavoro da remoto si pensa ad ottenere un alleggerimento delle spese di viaggio dei dipendenti, che dovranno recarsi nella nuova sede di Ivrea. “In 7 arrivano da Aosta e cintura, i restanti dalla Bassa Valle e qualcuno dall’Alto Canavese”.

I confronti con la società e la Regione proseguono. “Abbiamo già avuto un confronto con l’Assessore Luigi Bertschy, che si è reso disponibile per ulteriori approfondimenti”.

Oltre ai costi di affitto – una riduzione del canone da parte della partecipata regionale, Vda Structure era già arrivato in passato, in ragione di minori spazi occupati dall’azienda – alla base della scelta di Telecontact Center, di chiudere la sede di Pont-Saint-Martin per trasferirsi in quella di Ivrea, ci sono anche i costi energetici. Nei giorni scorsi Uilcom Uil, Slc Cgil e Fistel Cisl si erano dette contrarie alla scelta e pronte ad allertare i rispettivi nazionali.

“Esprimiamo la nostra contrarietà alla decisione aziendale di chiudere la sede di Pont-Saint-Martin e ricordiamo all’azienda che una sede aperta rappresenta sempre un valore aggiunto, per la stessa, per i lavoratori e per il territorio. Inoltre un’eventuale chiusura avrebbe ricadute economiche e un impatto non indifferente sulla conciliazione “ tempi vita-lavoro”, andando a gravare ulteriormente sui tempi di spostamento” spiegavano Uil, Cgil e Cisl.

“Chiediamo all’Azienda di rivedere la sua decisione di trasferimento dello stabilimento a Ivrea e di prendere in considerazione soluzioni alternative, come per esempio l’utilizzo di altre sedi Tim dislocate sul territorio valdostano. Per noi al centro devono essere messi lavoratrici e lavoratori”.

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