Turismo, l’Adava dà la ricetta per uscire dalla crisi. “Possiamo diventare i migliori nel settore”
“Siamo tutti qui per sostenere che questo settore vuole riprendere a guardare avanti per non trovarci in mezzo alle macerie, per ripartire con nuove politiche strategiche di sviluppo, per non avere quell’angoscia per la mancanza di speranza nel futuro che la crisi ha portato in tanti settori”.
Esordisce così il Presidente dell’Adava, l’Associazione degli Albergatori Valle d’Aosta Alessandro Cavaliere, in apertura dell’assemblea generale tenutasi ieri sera a Verrès all’interno del Polo Tecnologico.
Un’assemblea che si trova a fare i conti naturalmente con la recessione economica che permea tutti gli interventi programmati e che parla di numeri ma, soprattutto, di futuro: “Il turismo – spiega Cavaliere – è l’unico settore che ha tenuto in questi anni in Valle, anche se forse non abbiamo puntato abbastanza su questa risorsa. L’errore più grande sarebbe quello di sospendere i sostegni finanziari perché la ricaduta si sentirebbe di conseguenza su tutti gli altri settori. Dobbiamo invece concentrarci su quali siano le debolezze della nostra offerta turistica e puntare sulla piena cooperazione di tutti per unire le forze ed offrire servizi migliori risparmiando sui costi”.
Poi ci sono i numeri, con i turisti italiani in Valle scesi del 3,16% rispetto al 2008 (da 2 milioni 100mila circa a 2 milioni 35mila nel 2012) passando per l’aumento invece del turismo straniero, cresciuto di oltre il 5% (che sono passati infatti da 1 milione 73mila nel 2008 al milione 130mila ai dati dell’anno scorso) durante questi cinque ultimi anni.
Qualche ricetta per contrastare la contrazione economica c’è, e Cavaliere porta qualche suggerimento: “Dobbiamo internazionalizzare le nostre imprese – spiega il Presidente Adava – e far lavorare assieme pubblico e privato. Manca un percorso universitario turistico che potrebbe diventare una risorsa economica e culturale per tutta la popolazione, una Università del turismo di montagna che attragga inoltre i migliori docenti. Le opportunità ci sono, e sono molte e concrete, per poter diventare i migliori nel settore turistico”.
Migliori servizi che in genere cerchiamo in casa d’altri, soprattutto in quel Trentino che sempre più si prende ad esempio o paragone con la Valle. A parlare un po’ di Trentino c’è l’ospite Michil Costa, albergatore ed imprenditore di successo di Corvara, in provincia di Bolzano, che racconta la sua visione del turismo e del mondo: “Io vorrei non un turista – afferma Costa – ma un ospite che condivida i miei valori, perché il lusso contemporaneo sono il tempo, lo spazio e la serenità. Non si pensi sempre e solo al profitto ma si pensi di più al bene comune, e non si parli più di concorrenza ma di cooperazione, anche tra regioni diverse, per promuovere davvero la montagna. Questa crisi, insomma, potrebbe essere una grande opportunità per fare tante cose assieme”.
Sulle cose fatte e le prospettive si sofferma anche l’Assessore regionale al Turismo Aurelio Marguerettaz: “In questi cinque anni – spiega l’Assessore – non ci sono state contrapposizioni tra pubblica amministrazione e la categoria degli albergatori. Sono state fatte anzi molte cose, e la Valle d’Aosta ha retto nei confronti della crisi e l’ha fatto sia negli arrivi di turisti che nelle presenze. La crisi c’è e si sente, ma grazie a questo lavoro è stata anche arginata”. Sulle direzioni future Marguerettaz aggiunge: “Ci stiamo muovendo in due direzioni: da una parte il ‘Convention Bureau’ che valorizzi le peculiarità della regione e faccia sì che gli ospiti si sentano parte integrante della società; ed il nuovo sistema di ‘Booking’ per evitare che i clienti vengano intermediati dalle grandi piattaforme turistiche. La nostra volontà è quella di assicurare i fondi perché se anche il fondo perso non verrà probabilmente ripristinato sono rimasti i finanziamenti a medio e lungo termine”.
E sulla tenuta del comparto turistico si esprime anche il Presidente della Giunta Augusto Rollandin: “Il settore negli anni è cresciuto a ha tenuto, un settore che ha risentito dell’isolamento quasi totale vissuto fino agli anni ’60, fino ai trafori e alla nuova ferrovia e che si aprirà ancora con la realizzazione della ‘Macroregione alpina’ che vuole recuperare aspetti non solo fisici ma anche quelli culturali delle nostre zone di montagna”.
E se a detta di Rollandin i primi sei mesi del 2014 saranno probabilmente i più difficili, qualche spiraglio in più lo dà ancora Cavaliere analizzando questa primissima parte di turismo invernale: “C’è discreto ottimismo per quel che riguarda queste festività – spiega Cavaliere – con i grandi comprensori che hanno fatto da traino ma non solo. Ad Aosta i mercatini stanno riscontrando un successo mai registrato prima, e la nuova location al Teatro Romano ha fatto la differenza. Il dato per ora positivo è che vengono in Valle più italiani e soggiornano un po’ più a lungo, mentre da gennaio ci aspettiamo più stranieri, come sempre. Sono dati positivi perché se è innegabile che siamo ancora in mezzo alla crisi è vero anche che bisogna avere la volontà di uscirne assolutamente”.