Turismo, un’estate in “chiaroscuro”. Ma a preoccupare sono le prenotazioni per l’inverno

10 Settembre 2020

Un’estate turistica inchiaroscuro”, con un luglio al ribasso rispetto agli anni precedenti e un agosto che risolleva la testa e ridà fiato alle strutture ricettive valdostane.

Il dato emerge dall’indagine condotta dall’Adava – con un campione di 280 attività sulle oltre 800 strutture in Valle –, che si concentra anche sull’andamento delle prenotazioni per la stagione invernale e l’accesso alle misure regionali anticrisi.

Luglio col bene che ti volevo

Tranne un 26,45% delle strutture ricettive che si è dichiarato in linea con il 2019 per quel che riguarda il fatturato, luglio ha zoppicato.

A prevalere sono le risposte negative: il 21,01% degli intervistati ha registrato una contrazione compresa tra il -1% e il -15%, mentre il 32,25% ha definito l’andamento molto negativo con un decremento superiore al -15%.

Sole d’agosto

Decisamente meglio i risultati registrati ad agosto 2020. Lo scorso mese, infatti, il 28,99% degli intervistati ha dichiarato un fatturato in linea con quello dell’anno precedente, mentre il 36,96% ha registrato un risultato positivo con aumenti compresi tra l’1% e il 15%.

Solamente il 13,77%, invece, ha realizzato un incremento molto positivo, superiore cioè al 15%.

Permangono comunque gli imprenditori che hanno dichiarato un calo compreso tra il -1% e -15% – l’11,59% del campione intervistato – mentre il 6,52% ha dichiarato una preoccupante diminuzione di fatturato superiore al -15%.

Un’estate fa

Per quanto riguarda invece la previsione di chiusura della stagione estiva – stando sempre all’indagine dell’Associazione degli albergatori – il 9,42% ha dichiarato di aver già chiuso a fine agosto, il 24,28% chiuderà entro il 15 settembre, il 21,74% entro fine mese.

Il 36,59%, invece, ha dichiarato di voler chiudere dopo il 30 settembre nella speranza di poter recuperare, almeno in parte, quanto perso a giugno e a luglio.

La montagna d’inverno

Sull’andamento delle prenotazioni per la stagione invernale 2020/2021 la situazione che emerge dall’indagine è al momento piuttosto fosca.

Se il 24,64% degli intervistati ha registrato una tendenza in linea con lo stesso periodo dell’anno precedente, pesa un complessivo 64,13% di propensione contraria, suddiviso tra chi ha evidenziato un andamento negativo (il 30,07%) o molto negativo (il 34,06%).

Riguardo la provenienza delle prenotazioni per l’inverno, ribaltando la tendenza normalmente registrata nei periodi pre-Covid, sono gli italiani a rappresentare la maggioranza della domanda con un 64,13%, rispetto ad un 19,57% degli stranieri (il 16,30% non ha invece dato indicazione rispetto alla provenienza).

La Crisi

Rispetto alla precedente indagine, Adava ha chiesto ai propri associati a quali misure regionali anticrisi sono riusciti ad accedere, o a quali hanno i requisiti per accedervi.

Tenendo conto del fatto che le 280 strutture ricettive che hanno partecipato al sondaggio avevano la possibilità di risposta multipla su più misure – scrive l’Associazione –, i risultati (non in percentuale) sono stati i seguenti: bonus imprese (190), sospensione rate mutui Finaosta (105), incentivi alle assunzioni (77), contributi acquisto prodotti locali (64), accesso al credito per esigenze di liquidità (51), contributo 50% per spese funzionali a garantire rispetto misure sicurezza (47) e il bonus bed & breakfast (11).

Il 29,71% del campione ha poi dichiarato di aver avuto accesso ad una sola misura, il 22,46% a due, il 18,84% a tre, il 10,87% a quattro, il 3,26% a cinque, l’1,09% a sei, il mentre l’11,59% delle strutture associate intervistate ha invece dichiarato di non aver avuto accesso ad alcuna misura regionale anticrisi.

“Se teniamo conto della situazione da cui siamo partiti e del clima che si percepiva sino a pochi giorni prima dell’avvio di stagione – spiega il presidente Adava Filippo Gérard –, i risultati sinora registrati sono abbastanza positivi e hanno fornito una boccata d’ossigeno ad un settore economico che, a livello nazionale, rimane comunque tra i più colpiti dagli effetti della pandemia. Dopo un avvio di stagione a rilento, le nostre destinazioni hanno sicuramente cominciato ad accogliere numerosi ospiti provenienti quasi totalmente dal mercato interno italiano. Il mese di agosto ha fatto registrare un’affluenza decisamente importante con destinazioni in molti casi al completo”.

Il problema, però, sta altrove: “Se parliamo però di fatturati, è chiaro che un mese di agosto, per quanto eccezionale, non può cancellare un mese di giugno inconsistente e un luglio decisamente sottotono, come non si possono non registrare le difficoltà dei colleghi di Aosta e delle località di fondo valle (che hanno lavorato sostanzialmente solo ad agosto) o delle strutture ricettive con ristorante o con centro benessere che hanno dovuto lavorare a metà regime a causa dei vincoli stringenti imposti dai protocolli di sicurezza anti-Covid.Ora aspettiamo i dati di settembre, ma è chiaro che senza la clientela straniera che solitamente rappresenta lo zoccolo duro in termini di presenze in questo periodo, le aspettative non sono rosee”, come non sembrano esserlo per l’inverno.

“Sarà particolarmente importante che, subito dopo le elezioni regionali – chiude Gérard –, la prossima giunta che si insedierà lavori ad un piano strategico di rilancio del settore, con sostegni mirati agli investimenti e all’occupazione, nonché iniziative indirizzate al rinnovamento delle nostre strutture che siano premianti dell’imprenditorialità e non semplice assistenzialismo che non produce alcun valore sul lungo termine. Altra priorità è poi il portare a compimento la riorganizzazione e riforma del sistema turistico regionale attraverso l’individuazione di un unico soggetto che assuma direttamente le funzioni di coordinamento e promozione di tutta l’offerta artigianale, agricola, turistica e culturale valdostana”.

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