Un sindacato non può definire “pericoloso” recarsi da un giudice di fronte a diritti infranti
“Non si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro”: migliori parole, forse, non esistono per spiegare l’importanza che deve rivestire la pubblicità a ciò che è accaduto il 1° aprile 2011. Non si tratta, infatti, di propaganda fine a se stessa, ma di informazione. E se un sindacato rinuncia a informare i lavoratori precari rispetto ai loro diritti, verosimilmente sta rinunciando al proprio mestiere.
Non capiamo (probabilmente, oltre ad essere state strumentalizzate dalla Cgil, siamo anche ritardate) – e vorremmo che Cisl, Uil, e Savt ce lo spiegassero – in che modo il ricorso ad un magistrato possa costituire un rischio “di creare un precedente piuttosto pericoloso” come appreso da Aostasera.it dell’ 11/04/2011, da un comunicato sindacale e da La Stampa del 14/04/2011.
In realtà, le motivazioni della pericolosità sono state esplicitate durante la riunione organizzata dalle 3 sigle suddette l’11 aprile u.s., ma vorremmo che fossero messe per iscritto favorendone la divulgazione al di fuori della Casa di Riposo. Per capire le ragioni di questa nostra richiesta basta sapere che durante l’assemblea è stato, infatti e tra l’altro, spiegato che “se si fanno ricorsi si rischia il blocco delle assunzioni” e che “i ricorsi inquinano il tavolo di trattativa …, ma soprattutto che le persone che hanno fatto ricorso non hanno più la possibilità di avere lavoro presso l’Ente in questione”.
Questo perché riteniamo comprensibile che di fronte ad uno stesso problema vi siano approcci risolutivi differenti. Ma riteniamo inaccettabile che un sindacato dichiari “rischioso” o “pericoloso” recarsi da un giudice di fronte a diritti infranti. Ciò è inconciliabile con la cultura della legalità che con sforzo si cerca di propugnare nelle scuole valdostane, invitando personaggi della levatura di Don Ciotti e Rita Borsellino, oltre ad altre numerose testimonianze di cittadini meno noti.
Speriamo che le dichiarazioni rese dai sindacati rispetto alla vertenza del 1° aprile non avvalorino il monito lanciato dal Consigliere Regionale Donzel contenuto nell’ANSA del 2/10/10 h 12.37: “sindacato in Valle silente e connivente”. Ma occorre che i sindacati prendano chiara posizione.
Quanto mai in tempi di crisi economica, infatti, risulta importante dare la maggiore visibilità possibile a fatti che incoraggiano a non arrendersi alle logiche del clientelismo, per quanto pervasivo esso possa dimostrarsi.
Un’ultima cosa: non abbiamo “barattato” niente. Intanto perché nell’ambito di una trattativa trasparente non ci è stato offerto niente e, soprattutto, perché vogliamo la stabilizzazione e continueremo a chiederla. Anche davanti al magistrato.
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