Vda Structure, la Corte dei Conti boccia il piano di risanamento
Bocciato. E' il verdetto che arriva dalla sezione di controllo della Corte dei Conti sul piano di risanamento di Vda Structure, approvato dal Consiglio regionale nel marzo scorso.
Nella relazione, depositata oggi, il dottor Roberto D'Alessandro sottolinea come: "Il complesso delle azioni proposte si connoti per una scarsa significatività delle iniziative propugnate, dovendosi prevedere che, in questa prospettiva, difficilmente uno stabile equilibrio di bilancio (economico e finanziario) potrà essere attinto dalla gestione societaria".
E ancora "gli interventi previsti risultano quantomeno poco incisivi, talvolta non significativi e, comunque, pericolosamente basati su proiezioni profondamente aleatorie".
Nell'analisi della sezione di controllo viene ricordato come la società, "seppur formalmente costituita come s.r.l.", di fatto si presenta quale soggetto strumentale dell’Amministrazione regionale. E come tale "in conseguenza delle “oscillazioni” statutarie registrate negli anni, dettate dalle contingenti necessità di far fronte a modifiche legislative di provenienza nazionale, ed in assenza di cambiamenti strutturali in punto di amministrazione e controllo (che le assegnino quell’autonomia gestionale tipica dei soggetti di diritto privato costituiti con finalità lucrative), continuerà a registrare perdite di conto economico le quali, nel breve periodo e nell’impossibilità di procedere ad aumenti di capitale, non potranno non minare l’equilibrio patrimoniale della società".
Critiche arrivano, poi, dalla sezione di controllo per la mancata analisi di scenario alternativo (stress test e worst case) da parte del piano. "Infatti, basandosi il piano su dati previsionali che esprimono un congenito grado di incertezza sulla loro concreta verificazione – prosegue la relazione – al fine di assicurarne l’attendibilità sarebbe risultata quantomeno auspicabile la predisposizione di un’analisi di sensitività (what if analysis)".
Analizzando le singole azioni previste dal piano, la sezione arriva alla conclusione che non si arriverà "ad un risanamento concreto".
Il piano, approvato a marzo dal Consiglio, prevedeva: l’efficientamento della gestione dei crediti, la capitalizzazione dei costi per costruzioni in economia, la dismissioni di azioni non remunerative svolte in forza di convenzione, azioni finalizzate all’incremento dei ricavi e al contenimento dei costi e l’ottimizzazione del portafoglio degli assets. Nei giorni scorsi la società ha avviato l'azione di razionalizzazione del patrimonio immobiliare annunciando l'alienazione di alcuni immobili.
Le riduzioni delle perdite di esercizio, registrate negli ultimi anni, non consentono "di raggiungere uno stabile equilibrio economico, in conseguenza dell’enorme sproporzione tra i costi di ammortamento delle immobilizzazioni detenute dalla società ed il risibile volume di ricavi attesi, anche nella loro auspicata, favorevole proiezione".
Stesso discorso per l’equilibrio finanziario. "Seppur esso venga asseritamente conseguito e mantenuto, la Sezione, per le ragioni prima esposte, non può che rilevare come esso appaia fondato su ipotesi obiettivamente poco realistiche, quali la coincidenza tra ricavi ed entrate finanziarie, condizioni che, nel lumeggiato contesto, si presentano difficilmente verificabili, se non aleatorie".
La sezione di controllo invita, quindi, l'Amministrazione regionale a rivedere il piano per "garantirne una maggiore attendibilità ed una più efficace esecuzione".