Conciliazione lavoro-famiglia, allo studio un voucher universale

08 Giugno 2023

Nei primi tre mesi del 2023 sono state 46 le lavoratrici madri che hanno abbandonato la propria occupazione, la metà l’ha fatto per assenza di parenti di sostegno, mancato accoglimento del bimbo al nido, condizioni di lavoro difficilmente conciliabili con la cura dei figli. I dati, dell’Ispettorato del lavoro, sono stati snocciolati dalla consigliera di Pcp Chiara Minelli chiedendo quali azioni la nostra regione sta mettendo in campo per favorire la conciliazione dei tempi di lavoro e famiglia.

Nel 2022 le dimissioni erano state complessivamente 120 per le lavoratrici dimesse, 60 i padri. 

“L’abbandono del lavoro delle donne a seguito di una gravidanza, spesso le allontana definitivamente da un impiego retribuito, con la conseguenza di impoverire il loro futuro e acuire la loro dipendenza dalla famiglia.  – ha ricordato in aula Minelli – Una situazione preoccupante. Vorremmo quindi conoscere le azioni che si intendono mettere in atto per favorire la conciliazione dei tempi di lavoro e di cura nell’ambito dell’Alleanza per un lavoro di qualità siglata il 5 maggio scorso”.

Fra le azioni in fase di definizione, l’Assessore alla formazione e lavoro, Luigi Bertschy, ha ricordato il voucher, previsto dal piano di politiche del lavoro.
Un voucher universale che sia utile alle famiglie, al pari del voucher per il babysitting a favore dei genitori che seguono corsi di formazione, del voucher conciliazione destinato a famiglie con almeno un genitore lavoratore con a carico figli con disabilità per i servizi estivi.”

Bertschy ha quindi evidenziato gli investimenti fatti nel tempo per “garantire una buona rete di servizi per l’infanzia che, però, oggi non è più sufficiente per sopperire alle difficoltà che incontrano le giovani famiglie. Occorrerà pensare anche ad una nuova organizzazione del lavoro, ad esempio attraverso lo smart working o il telelavoro, per coloro che vivono più lontano e che devono affrontare giornalmente lunghi e costosi trasferimenti per recarsi sul posto di lavoro. Un’organizzazione del lavoro flessibile potrà generare risvolti positivi per ripopolare la montagna e per ridurre le criticità che la popolazione dovrà affrontare nel periodo di chiusura della tratta ferroviaria.”

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