Il Savt a congresso incoraggia la ricomposizione degli autonomisti
L’incoraggiamento ad un “percorso di ricomposizione del mondo politico autonomista”, fatto di forze “da troppi anni fra di loro divise” (situazione che ha “arrecato danno alla Valle d’Aosta”), è uno degli intenti contenuti nel documento approvato al termine del Congresso straordinario del Savt, il sindacato autonomo, tenutosi nella mattinata di oggi, venerdì 2 dicembre, nel salone della BCCV di Gressan.
Un intento che viene esplicitato affinché – si legge ancora – “il buon uso della nostra autonomia e dell’esercizio delle nostre competenze statutarie possano far rinascere nelle persone l’orgoglio di appartenere al popolo valdostano e si possa programmare la Valle d’Aosta del futuro in un’ottica autonomista e federalista”.
Le delegate e i delegati del Savt ritengono inoltre che “si debba vigilare con molta attenzione sull’attività del governo italiano”, per evitare che possa “in qualche modo mettere in discussione le nostre prerogative statutarie”, mentre si augurano che “le politiche dello Stato e della Regione siano improntate a dare le risposte attese in ambito sociale, fiscale e pensionistico”.
Ricordando poi che il sindacato valdostano è “nato nel 1952 da un nucleo di lavoratori che operavano all’interno della Cogne”, ed alla luce della recente acquisizione del 70% del capitale sociale” della stessa da parte di un gruppo di Taiwan, il documento finale esplicita anche l’impegno per cui “il Savt vigilerà affinché quest’azienda continui ad avere un futuro sostenibile in Valle d’Aosta”, auspicando che “lo stesso sia fatto da parte delle istituzioni regionali”.
Quanto ai lavori del Congresso, il segretario Claudio Albertinelli sottolinea come siano state apportate “al nostro statuto delle modifiche che potremmo definire storiche, nell’ottica di rendere maggiormente partecipato e federale il percorso di elezione degli organi del Savt”. La logica è di “avvicinare il più possibile alla base dei lavoratori e degli iscritti la scelta di chi deve guidare” il sindacato.
Per questo, “a partire dal prossimo congresso generale, in programma nel dicembre 2023, – prosegue Albertinelli – il Segretario generale verrà eletto direttamente dai congressisti”. La scelta, in passato, competeva al direttivo confederale ed anche l’elezione di quest’organismo è oggetto di novità.
Saranno infatti i congressi di categoria ad eleggere i propri rappresentanti e non più, come accadeva in passato, il congresso generale. Per il Segretario generale, e per i segretari di categoria, arriva poi il limite dei tre mandati consecutivi. Una opzione abbracciata per – afferma il Segretario in carica – “cercare di garantire un ricambio nei ruoli apicali dell’organizzazione”.
In conclusione, l’auspicio del segretario Albertinelli è “che il prima possibile si possa ripristinare un dialogo sociale, basato sul rispetto del pluralismo di pensiero, che metta fine alle divisioni, in particolare a quelle sindacali, e che abbia come unico obiettivo quello di tutelare i cittadini e i lavoratori”.