Presentato sulla Skyway, in anteprima mondiale, il film sull’ascesa invernale al Cervino
Il documentario “Matterhorn – Big Wall”, diretto dalla regista Ai Nagasawa, è stato presentato in anteprima mondiale nella Sala Cinema della Alpi della Skyway, ai piedi del Monte Bianco. Ideato e prodotto dalla Grivel, azienda specializzata in attrezzatura da montagna, il film, dalla durata di circa 30 minuti, segue l’impresa di tre nomi celebri dell’alpinismo italiano François Cazzanelli, Emrik Favre e Francesco Ratti nella loro ultima ascesa invernale al Cervino. Partiti il 27 febbraio, i tre alpinisti hanno raggiunto la vetta il primo marzo, dopo tre giorni e due notti di fatica e di emozioni, sfidando le fredde temperature dell’alta montagna. Per la prima volta gli atleti hanno portato a termine la scalata alpina lungo la parete sud del Cervino – montagna che Cazzanelli definisce una vera e propria scuola di vita, da lui scalata ormai più di 90 volte – percorrendo la via aperta qualche anno prima dal francese Patrick Gabarrou.
L’obiettivo ambizioso infatti, portato a termine grazie alle note capacità dei tre alpinisti e al fondamentale lavoro di squadra, è stato quello di completare la prima ripetizione e la prima salita invernale della via “Padre Pio prega per noi + Echelle vers le Ciel” – una delle vie più grandi e difficili delle Alpi – voluta e aperta appunto da Gabarrou. La via prende volutamente il nome dal Santo che l’alpinista definisce “un vero maestro di vita che ci ricorda, alzando gli occhi verso il cielo, che siamo fatti per l’eternità”. Per portare a termine quest’avventura, Cazzanelli, Favre e Ratti sono stati sul Cervino tre giorni e due notti, bivaccando, come accade su tutti i Big Wall, sospesi sulla parete. “Più alta è la sofferenza, più alta è la soddisfazione quando si arriva in cima” ha dichiarato scherzando Favre, ricordando il freddo patito durante la notte.
Il documentario, visibile qui sopra, non nasce per essere la cronaca della scalata, ma si pone come obiettivo quello di raccontare un’impresa importante per la storia dell’alpinismo, vista con gli occhi di chi l’ha vissuta in prima persona. Il film alterna quindi le interviste dei protagonisti alle riprese fatte dai tre durante l’ascesa narrando, oltre all’impresa sportiva, l’amore per la montagna. La cosa più bella, ha spiegato Cazzanelli, è stata poter arrivare in cima alla vetta e godere appieno del panorama che solo l’alta montagna sa regalare. Ad essere centrali del documentario, infatti, non sono tanto la fatica e la difficoltà nel raggiungere la cima, quanto piuttosto la bellezza di farlo insieme a una squadra affiatata e le forti emozioni che solo un’esperienza simile può offrire.