A Pontboset il Comune perde una vecchia causa e ora rischia il default
Un milione e 884 mila euro da pagare per una vecchia causa, ma questi soldi il Comune di Pontboset non ce li ha. «Noi abbiamo appena 100 mila euro da parte – commenta il sindaco Paolo Chanoux – e chiaramente non riusciremo ad arrivare a quella cifra». La vicenda è emersa durante il Consiglio comunale dello scorso 29 aprile, ma è cominciata ben sedici anni fa.
Pontboset deve il risarcimento milionario alla famiglia del torinese Ilario Favretto, che durante l’alluvione del novembre del 2000 fu travolto in auto da una frana sulla strada tra le località Biel e Courtil, morendo sul colpo. «Da quell’anno ci sono stati tre gradi di giudizio – racconta Chanoux – e il Comune ha perso in tutti e tre».
«Ora abbiamo chiesto più tempo per il pagamento – spiega ancora il sindaco – facendo un nuovo ricorso al Tar di Torino, che ci aveva obbligati a saldare immediatamente». La nuova sentenza del tribunale amministrativo arriverà verso la metà della settimana prossima. Nel frattempo il Comune ha messo a conoscenza sia la Regione della situazione critica, anche se per ora non è giunta nessuna mano tesa: «Abbiamo parlato con tutti i livelli degli enti locali – continua Chanoux – ma al momento non ci sono impegni, nemmeno verbali, da parte di nessuno».
Una strada per evitare l’insolvenza sarà quella di rivalersi sull’avvocato che si era occupato del caso per il Comune. «Con il nostro attuale avvocato (Gianni Maria Saracco del foro di Torino, ndr) abbiamo rilevato una possibile responsabilità da parte dei legali di allora – spiega il sindaco – perché non hanno chiamato in causa la nostra assicurazione prima che incorressero i tempi di prescrizione per farlo». Contemporaneamente l’amministrazione del paese sta cercando di capire dall’assicurazione se c’è qualche margine per ricevere l’indennizzo anche dopo la scadenza dei termini.
Dagli studi fatti sul territorio negli ultimi anni è emerso che Pontboset è un paese molto a rischio dal punto di vista idrogeologico: «Tutti i nostri abitati, anche se nessuno è di nuova edificazione, sorgono in aree con rischio elevato – afferma Chanoux – e quindi ci troviamo da un lato con la necessità di interventi pesanti in termini finanziari per garantire la sicurezza dei residenti e dall’altro a dover risarcire questi danni».