“Abbiamo picchiato duro in opposizione e in maggioranza”: l’Uvp difende la sua legislatura
“Non c'è stato un valzer di poltrone: abbiamo picchiato duro all'opposizione e abbiamo picchiato duro in maggioranza”. È stato il giornalista Cesarino Cerise, conduttore della serata di Saint-Vincent assieme a Nadia Noro, a dare per primo una lettura su uno dei punti più delicati del racconto dell'Union Valdôtaine Progressiste di quest'ultima legislatura regionale.
Ci si muove su un sentiero stretto, che oscilla “dall'aver dovuto combattere contro determinate cose e persone e non permettere mai che certi metodi tornino”, come l'ha riassunta il presidente della Giunta Laurent Viérin e il presentarsi allo stesso tempo come forza che mira al governo, senza preclusioni: “Noi – ha spiegato infatti Sandro Nogara – dal 21 maggio dobbiamo essere pronti a lavorare con chi accetta le nostre misure”.
Se, nell'ultimo anno, l'iperattivismo politico del Leone Dorato ha fatto realizzare l'intento di mettere da parte Augusto Rollandin dal governo regionale, i progressiste si sono comunque trovati in Giunta con la sua squadra al completo: uomini e donne-chiave come Aurelio Marguerettaz, Emily Rini, Ego Perron.
“Noi non vogliamo essere assimilati al sistema che abbiamo combattuto”, ha detto però Viérin e Luigi Bertschy ha spiegato più a fondo il senso che secondo lui ha avuto l'azione di Uvp: “Eravamo noi lì a battere il pugno sul tavolo quando abbiamo imposto la legge sulla ferrovia e a fare in modo che non si facesse più il 4K”.
“Dopo vent'anni a far battaglie non ho intenzione di essere considerato un servo”, ha continuato Bertschy e qui il riferimento era a quelle “tre pagine su 73 che riguardano l'Uvp” delle inchieste relative al giro di corruzione in diverse partecipate regionali, che hanno visto coinvolti Rollandin e altre sei persone. “Tutto è cascato sopra di noi e non è un caso – insiste l'assessore uscente alla Sanità – perché l'Uvp oggi fa paura e quindi bisogna parlarne male”.
“Noi siamo responsabili soltanto dell'ultimo miglio di legislatura – ha aggiunto Viérin – non di quelle precedenti e ci fa specie il tentativo di far credere che qualcuno abbia scelto per noi: noi abbiamo scelto e abbiamo scelto che certe persone non ci dovevano più essere”. A ribadire il concetto, uno dei cinque buoni motivi, elencati da Cerise, per votare Uvp, era infatti quello di “tenere lontano dai tavoli di governo i responsabili del vecchio sistema e suoi i rami secchi”.
Forti di questa visione di se stessi, i progressiste mostrano coraggio per la prossima tornata, un coraggio che, a detta dei presenti, è cresciuto via via durante il mese di campagna: “Questa sala piena (poco oltre 150 persone, ndr) è la nostra prima vittoria – ha detto Bertschy – tante volte ci han dati per morti, ma in termini politici l'Uvp non ha paura di nessuno e ringrazio i candidati per la capacità che hanno avuto di non nascondersi, anche coloro che hanno fatto scelte all'ultimo minuto e le hanno dovute spiegare”.
Tra i temi più dibattuti c'è stata l'autonomia, utile anche per attaccare i partiti nazionali: “Ai leader romani che girano in lungo e in largo per Aosta – ha detto la vicepresidente del partito Silvana Cerise – noi ricordiamo loro il contenzioso aperto per restituire alla Valle d'Aosta 244 milioni di euro”. “Devono ridarci quello che ci hanno tolto, la dignità di poterci riprogrammare il futuro – ha insistito Viérin – ma già si pensa alla politica dei rubinetti: prima vedono come vanno le regionali e poi decidono se sbloccare le risorse”.
Altri due temi, nell'ambito di una serata che era intesa più come una festa di chiusura, con i Trouveur Valdotèn a intervallare con la musica le parti politiche, sono stati turismo e agricoltura: “Due cose che vanno assieme – ha spiegato Vincenzo Grosjean – perché ai turisti non puoi far mangiare cose che vengono da centinaia di chilometri”.
“L'agricoltura fatica – ha ricordato Cesarino Cerise – ma da febbraio ad oggi, grazie ad un'opera di pressing, sono stati erogati 18 milioni di contributi Ue, che erano dovuti ai valdostani”. “L'agricoltura era stata veramente abbandonata – conferma Nogara – noi abbiamo dato risposte di lavoro nei cantieri forestali, mentre qualcuno li aveva fatti sparire”.
Riguardo al turismo, è stato Jean-Claude Daudry a confermare la posizione del partito sull'opportunità di realizzare i collegamenti intervallivi a fune: “Se realizzeremo il collegamento Champoluc-Cervinia – ha detto – lavoreremo per dare lavoro ai nostri figli e nipoti”.