Agricampeggio e degustazione di prodotti nell’impresa: è scontro fra Confcommercio e Rete Civica
E’ scontro fra Confcommercio Valle d’Aosta e Rete Civica su alcune norme approvate recentemente. Oggetto del contendere alcune novità introdotte per gli agriturismi e le aziende agricole. La prima riguarda la possibilità, concessa loro, di prevedere, nei pressi della struttura, spazi aperti destinati all’insediamento temporaneo di un massimo di tre tende o caravan, per un massimo di nove persone ospitate, alle quali siano riservati un servizio igienico, una doccia e un lavabo. La seconda disposizione contestata, prevede che le aziende agricole, che già non siano scritte nell’elenco degli operatori agrituristici, è consentito proporre la degustazione dei soli prodotti aziendali, accompagnati da pane e vino del territorio, a un massimo di venti persone al giorno, per la cui presentazione e somministrazione sono consentiti l’uso della cucina dell’abitazione e l’impiego unicamente di stoviglie monouso in materiale biodegradabile e compostabile, con l’osservanza delle prescrizioni generali di carattere igienico-sanitario.
“Non voglio aggettivare un provvedimento che considero insensato, offensivo e penalizzante per chi esercita l’attività di somministrazione come attività primaria e al quale viene richiesto il rispetto di decine di norme igienico sanitarie, aggiornamenti professionali, autorizzazioni e nulla osta”, sottolinea ancora Graziano Dominidiato, presidente di Confcommercio-Fipe VdA. “Ancora una volta le categorie interessate sono state lasciate all’oscuro di un provvedimento di grande importanza e di notevole impatto economico. Tutto questo conclude Dominidiato – perché la politica scambia la mediazione, che è una virtù di chi opera per il bene comune, con il ricatto di chi fa pesare il proprio voto per interessi di partitici”.
Secondo il Presidente di Confcommercio con questa legge “la Valle d’Aosta rischia di diventare un camping diffuso senza regolamentazioni igienico-sanitarie e fiscali. Una qualsivoglia cucina domestica può diventare una struttura per fornire pasti; un qualsivoglia servizio igienico può diventare un servizio pubblico e tutto questo con buona pace di Rete Civica che ha fatto di tutto affinché questa modifica alla legge regionale venisse inserita e approvata e tutto ciò influirà negativamente sull’intero comparto della ristorazione e ricettività”.
Parole che trovano a stretto giro di posta una risposta da Rete Civica.
“È stupefacente la sortita polemica della dirigenza Confcommercio-Fipe della Valle d’Aosta nei confronti di due importanti disposizioni proposte alla luce del sole da Rete Civica a favore dell’economia rurale valdostana colpita dalla crisi economica e inserite nella recente legge 8/2020, per la palese infondatezza delle argomentazioni.” sottolinea in una nota il Movimento. 2La norma che consente alle aziende agricole di proporre la degustazione dei soli prodotti aziendali, e non già di pasti come paventato dal sig. Dominidiato, è null’altro che l’attuazione a livello regionale dell’articolo 4) del Decreto Legislativo n. 228 del 18.5.2001, per ciò che concerne la vendita diretta in azienda dei prodotti aziendali ai fini del completo sfruttamento del ciclo produttivo dell’impresa. In tal senso assai più estensiva è la normativa di altre Regioni. É interesse dei piccoli negozi e dei ristoranti di paese che siano fatte conoscere ai visitatori e ai turisti la qualità e la bontà dei prodotti agroalimentari di eccellenza propri della Valle d’Aosta, nell’ambito di un circuito economico integrato”.
Sulla norma per gli agriturismi, Rete Civica sottolinea come una limitatissima attività di agricampeggio è volta a favorire l’integrazione dei redditi agricoli, la presenza della ricettività rurale diffusa, essenziale nelle località minori, il presidio del territorio, come già avviene in altre Regioni.”
Il movimento suggerisce, quindi, al presidente di Confcommercio “anziché fare proclami del tutto pretestuosi”, il supporto delle “migliaia di piccole attività commerciali e turistiche nell’accesso ai finanziamenti regionali a fondo perduto, essenziali per affrontare la crisi economica Covid-19 e resi possibili grazie all’impegno assiduo e pressante di Rete Civica fin dallo scorso mese di marzo” e ancora di “operare per superare le ristrette logiche corporativistiche dei singoli settori e favorire la messa in rete degli operatori e la creazione di circuiti locali di valorizzazione dei prodotti e delle peculiarità del territorio”.