A Donnas anche i bambini coltivano l’orto. Il comune aderisce al progetto di Slow Food
"Educare i bambini a capire cos'hanno nel piatto, cosa mangiano, ma anche a coltivare un orto", spiega il sindaco Amedeo Follioley. Donnas sarà il primo Comune valdostano a partecipare all'iniziativa di Slow Food "Orto in condotta". "A questo progetto parteciperanno soprattutto i bambini delle scuole elementari e in parte quelli delle materne – fa sapere il sindaco – sia delle scuole del Capoluogo che di quelle in località Vert".
Il Comune si è già accordato con alcuni proprietari di terreni incolti intorno ai due edifici scolastici e si dovrebbe partire "entro le prossime settimane". "Slow Food promuove un percorso di formazione rivolto agli insegnanti – racconta Follioley – alcune ore saranno anche dedicate ai genitori dei bambini, con un incontro in cui l'associazione illustrerà l'iniziativa".
Un'altra figura centrale del progetto, che ha coinvolto circa altre 558 scuole in Italia, è quella del "nonno-ortolano" che, individuato dal Comune, si renderà disponibile almeno un giorno a settimana per le attività in aula e in giardino, oltre che della gestione ordinaria dell’orto. Altro elemento indispensabile è la collaborazione dei produttori Slow Food valdostani, che saranno coinvolti nell'attività didattica.
Protagonisti saranno i bambini, ai quali sarà insegnato a condurre l'orto, le cui varietà coltivate saranno ortaggi del territorio. Gli alunni parteciperanno inoltre a percorsi sensoriali, coinvolgendo le mense scolastiche, e seguiranno un programma pluridisciplinare di educazione alimentare, sviluppato con il supporto dell'assessorato regionale all'Istruzione, che è uno dei tre partner dell'iniziativa.
"Noi ci occupiamo di formare gli insegnanti, con un corso di nove ore l'anno, per tre anni – spiega Annalisa D'Onorio, coordinatrice nazionale di Orto in condotta – spieghiamo come curare l'orto e forniamo il materiale didattico per fare educazione alimentare". L'approccio dell'insegnamento è interdisciplinare: "Cerchiamo di creare collegamenti pratici tra gli alimenti e le materie – spiega D'Onorio – ad esempio il pomodoro con la scoperta delle Americhe".
Il progetto ha la durata di tre anni. Finanziato a metà tra Regione e Comune, che si farà carico di attrezzature e sementi, costa 7 mila e 320 euro.