Albert Lanièce e Carlo Norbiato ineleggibili. Resta in Consiglio Valle Luciano Caveri
22 Settembre 2008
Terremoto sul mondo politico valdostano e a poche ore dalla seduta del Consiglio regionale della Valle d’Aosta che riprende i lavori dopo la pausa estiva. I consiglieri regionali Carlo Norbiato e Albert Lanièce, attuale assessore regionale alla Sanità sono stati, infatti, dichiarati ineleggibili dalla Corte d'Appello di Torino che ha respinto invece l'ipotesi di ineleggibilità per Luciano Caveri, contenuta nei ricorsi di Gino Bortoli, Leonardo Tamone, Mario Vietti e Paolo Louvin, contro la convalida dei tre consiglieri dell'Union Valdotaine. A darne notizia è stata l’Ansa.
La sentenza sarebbe immediatamente esecutiva e di conseguenza, non appena sarà notificata alla Presidenza del Consiglio regionale, a Lanièce e Norbiato subentreranno Piero Prola e Gabriele Maquignaz, primi esclusi nella lista dell'Union Valdotaine alle scorse elezioni regionali di maggio.
"Sono amareggiato per questa decisione – dichiara Carlo Norbiato – ma prima di valutare l'ipotesi di un ricorso, aspettiamo di leggere come è stata formulata la sentenza". Non si sbilancia, invece, l'altro escluso, l'attuale assessore alla Sanità Albert Lanièce. Nessun commento nemmeno sulla possibilità, ventilata in queste ore, di un incarico tecnico. "Su questo non ci sono ipotesi in nessuna direzione" ha dichiarato.
E' ovviamente soddisfatto per l'esito che lo riguarda l’ex presidente della Regione, Luciano Caveri: "Sono vicino dal punto di vista umano ai miei due colleghi – ha detto – ma finalmente i giudici hanno fatto pulizia su una serie di tesi davvero discutibili sul mio caso. E' il punto finale di una polemica che si trascina dalla primavera scorsa, che ha pesato sulla campagna elettorale e su questo primo scorcio di legislatura".
"La sentenza ci riconcilia con il vivere civile – ha invece affermato Mario Vietti, di Vallée d'Aoste Vive e uno dei promotori del ricorso per l'ineleggibilità – ci dice che la moralità paga ancora; che non si possono piegare alle proprie necessità le norme adottate a salvaguardia di tutti; che la doppiezza delle interpretazioni (le regole valgono per te, non per me ed i miei amici) va bandita dal ragionamento tra persone per bene". Tuttavia, Vietti aggiunge che "l'obiettivo non erano e non sono le persone che la Corte d'Appello di Torino ha dichiarato ineleggibili e neppure quella che invece è stata "salvata". Nessuno di loro ci ha fatto torti tanto gravi da meritare una punizione così bruciante e non siamo mai stati animati da spirito di vendetta ".