Alessandro Panza: “Se i valdostani vogliono una voce in Europa sanno a chi rivolgersi”

29 Maggio 2024

Cinque anni fa fu il partito più votato anche in Valle d’Aosta, con 18.525 voti (il 37,7%), di cui 5.270 andati al candidato valdostano e attuale consigliere regionale Paolo Sammaritani. In questa tornata la Lega ha deciso invece di non schierare un candidato locale.
“Se i cittadini valdostani vorranno continuare ad avere una voce in Europa, sanno a chi rivolgersi” dice oggi l’europarlamentare uscente della Lega Alessandro Panza, tornato in Valle d’Aosta nell’ambito della campagna per le prossime europee dell’8 e 9 giugno.

“Senza falsa modestia in questa legislatura sono stato l’eurodeputato più presente e credo di aver cercato di portare le tematiche di questo territorio: dalle rivendicazioni autonomiste, che sono il Dna di questa terra, ma anche a battaglie più di territorio come possono essere ad esempio l’impegno sul raddoppio del tunnel del Monte Bianco per cercare una collaborazione aperta con i francesi.” Cita poi le problematiche delle aree montane “di cui mi sono occupato in questi cinque anni: dallo spopolamento, dall’invecchiamento della popolazione, dalla difficoltà di erogare i servizi in questi territori, a un’agricoltura che non può essere parametrata su quei grandi appezzamenti di terreno della pianura, che evidentemente non sono la stessa cosa che ci sono in Valle d’Aosta”.

Richiamando al dovere e all’impegno dei cittadini di andare a esprimere un voto l’8 e il 9 giugno, “qualsiasi esso sia”, l’europarlamentare uscente ricorda l’occasione offerta da queste elezioni. “Per la Lega è l’opportunità per provare a cambiare le dinamiche che ci sono in Europa, per provare a dare una risposta più concreta ai cittadini, modificando la maggioranza che governa da troppo tempo in Europa senza un’alternanza e quindi provando a dare un’alternativa rispetto a quelle che sono state le dinamiche degli ultimi trent’anni di Parlamento e Commissione”.

Buon senso, attenzione alle famiglie e ai cittadini sono per Panza, 42 anni di Domodossola, le priorità da rimettere al centro dell’agenda politica di Strasburgo. “La battaglia sull’ambiente che è stata fatta negli ultimi dieci anni dalle ultime due commissioni non ci vede contrari a prescindere, perché il tema della salvaguardia ambientale è un tema condiviso da tutti, però deve essere fatto in maniera abbordabile, affrontabile e soprattutto sostenibile, non solo dal punto di vista delle emissioni, ma anche dal punto di vista della sostenibilità economica e sociale. Pensare di fare una transizione energetica ed ecologica senza tenere conto delle ripercussioni del costo che questo potrebbe avere sulle famiglie è un cortocircuito che deve essere interrotto”. Parla di “approccio ideologico” Panza, riferendosi ad alcune politiche portate avanti in Europa in questi cinque anni. “L’Europa ha già fatto grandi sforzi sulla transizione e questi ulteriori sforzi che sono stati richiesti nell’ultimo mandato hanno penalizzato interi settori che sono anche vitali per la nostra produzione. Cito uno, quello dell’automobile e penso a tutto l’indotto del settore automotive che rischia di essere messo completamente fuori mercato proprio da una scelta che non porterà nessun tipo di beneficio, nessun tipo di soluzione. Anche perché chi poi andrebbe a prendere le redini di questo mercato è un competitor come quello cinese, che sul tema delle emissioni e della riduzione di emissioni sta andando esattamente nella direzione opposta. Se noi vogliamo fare la transizione energetica bene, però deve esserci reciprocità con gli altri Paesi. Spero nella prossima Commissione si inizi ad ascoltare di più le esigenze delle imprese e dei cittadini”.

Nella scheda che i cittadini ritireranno l’8 e 9 giugno, al contrario di altri partiti, i cittadini non troveranno il nome del segretario del Movimento, Matteo Salvini. “E’ stata fatta una scelta ben precisa da parte del segretario, quella di continuare a occuparsi della vice Presidenza del Consiglio dei ministri e del suo ministero.  – chiosa ancora Panza – Ogni candidato è impegnato nel proprio collegio, a dimostrazione del fatto che cerchiamo di puntare su persone che andranno effettivamente a Bruxelles e che staranno effettivamente a lavorare a Bruxelles per i prossimi cinque anni, non andranno semplicemente a raccogliere un po’ di voti per poi tornare a fare altro.”

Exit mobile version