Alpe al guado: no alle elezioni regionali anticipate, ma la “Casa degli autonomisti” stuzzica
Il governo Marquis zoppica, il progetto enunciato da Uvp – la “Casa degli autonomisti” – è stato reso imminente a microfono aperto ieri, in Consiglio Valle, da Laurent Viérin e Alpe cerca di orientarsi in un panorama regionale in continuo movimento, a quasi due mesi dall'annuncio della coalizione tra il “Galletto”, Uvp stessa, Stella Alpina e Pour Notre Vallée che, da ieri, sembra essere già storia antica.
A prendere carta e penna è il Presidente di Alpe Alexis Vallet, che in una nota cerca di fare un po' d'ordine, analizzando la situazione politica locale: “Alpe nasce da un forte desiderio di rinnovamento della politica in Valle d’Aosta, nella consapevolezza che un modello ormai malato e consolidato nelle sue derive facesse male alla Valle d’Aosta e ai valdostani. Lo abbiamo combattuto e abbiamo lavorato a costruire un modello alternativo, più competitivo, non clientelare, meritocratico e che desse opportunità ai giovani valdostani non derivanti dall’appartenenza, ma dalla competenza”. Poi l'attualità più stringente: “Cinque mesi fa si è presentata l’occasione di dare un'accelerata al progetto di una nuova Valle d’Aosta. E noi l’abbiamo saputa cogliere”.
Non parla apertamente di Uvp, Vallet – il cui giorno di elezione alla Presidenza del suo movimento, due anni fa, ha dovuto sedare la 'maretta' legata proprio a voci diffuse di una 'federazione' con i Progressisti – ma dice chiaramente dove non si dovrebbe tornare: “Oggi chi rappresenta quel sistema senza futuro, contro cui Alpe è nata, siede scomodo sui banchi della minoranza. Ci era chiaro fin dal principio che per questa maggioranza, a fronte di un lavoro arduo, gli obiettivi sarebbero stati limitati, ma abbiamo scelto di farne parte lo stesso e anzi ci siamo presi tutte le responsabilità possibili. Perché non si può lasciar cadere alcuna occasione di cambiamento. E perché, quando si può, bisogna assumere la volontà del fare”.
Cambiamento che secondo Vallet ha portato in poco tempo a risultati rilevanti, scrive, come la messa “in sicurezza del Casinò” ed il rinnovo della legge elettorale. Poi lo sguardo al futuro, a metà tra un monito e un 'gentlemen's agreement' nei confronti del Leone Dorato: “oggi abbiamo la possibilità di riscrivere il nostro futuro senza i condizionamenti di chi ha governato, e sappiamo come, la Valle negli ultimi 10 anni. Il libro della Valle che verrà ha ora pagine bianche e tutte da scrivere. Un'opportunità unica per la nostra Regione e l’ultima opportunità, a nostro avviso, per salvarne l’autonomia”.
Difende il governo del quale Alpe fa parte, ma prende anche tempo, Vallet, senza però chiudere la porta alla famosa 'casa comune': “Noi non pensiamo che anticipare di 4 mesi le elezioni sia un toccasana. Noi crediamo che persone e partiti seri, quando prendono un impegno, lo devono mantenere fino in fondo”, ma soprattutto “Approviamo il bilancio 2018, un bilancio di cambiamento, e prepariamo in questi mesi il progetto per la Valle del futuro, consapevoli che non può essere chi ci ha guidati fin qui sull’orlo del baratro politico, istituzionale e morale che può rilanciare la Valle, ma anche che un quadro politico autonomista troppo frammentato ne rende deboli le istanze”.
Anche perché, prosegue Vallet mettendosi forse in mezzo tra le due 'Unions': “Se ci sarà chi si assumerà la responsabilità di far cadere questa maggioranza e di resuscitare il passato ne prenderemo atto e ci prepareremo a presentare alle prossime elezioni ai valdostani quel modello autonomista moderno con cui non si punti solo a cambiare i musicisti, ma anche a cambiare la musica. Sicuri della voglia di guardare avanti, e non indietro, dei valdostani”.