Aosta, dal 2007 al 2018 1,4 milioni di bollette dell’acqua non pagate
Bollette dell’acqua di Aosta, “abbiamo un problema”.
Il “sommerso” – l’ironia è involontaria – sulla bollettazione da parte del Comune Capoluogo sbarca in Consiglio, e a chiederne conto è il Vicepresidente dell’aula, il leghista Étienne Andrione: “La legge di bilancio 2018 ha previsto che dal primo gennaio 2020, il termine di prescrizione delle bollette idriche avrà durata biennale. Il rischio per le finanze comunali, già segnalato con diverse iniziative, era stato riconosciuto come grave e meritevole di uno sforzo ‘massivo’ per recuperare al più presto quanto dovuto al Comune che con la vecchia bollettazione quinquennale ammontava a 234mila euro”.
Andrione che, allora, chiede quale sia “il totale delle bollette del servizio idrico integrato comunale, a oggi non riscosse, cui potrebbe essere opposta l’intervenuta prescrizione del credito”.
A rispondere Delio Donzel, Assessore all’Ambiente, che snocciola numeri non certo idilliaci: “Lo sforzo dell’Ufficio Acquedotto è stato effettivamente massivo – spiega – perché ha coinvolto tutte le posizioni di morosità delle utenze, tranne alcune pratiche per le quali c’erano già in corso dei contenziosi. Sono state inviate 920 raccomandate, a gruppi di 50, e 215 Pec per un totale di 1 milione 952mila 468,74 euro di bollette non riscosse relative al periodo dal 3 agosto 2007 al 20 dicembre 2018”.
Quasi due milioni in dieci anni, con Donzel a fare qualche specifica: “Dopo questa attività – prosegue l’Assessore – la situazione ad oggi è la seguente: gli incassi ammontano a 544mila 336,12 euro, le richieste di rateizzazione del debito pervenute hanno un totale di 317mila 501, 22 euro. Richieste accolte e inserite nei piani di rateizzazione nel sistema informativo”.
A fare di conto sul totale, Donzel sintetizza: “Le bollette ad oggi non riscosse ammontano quindi a 1 milione 408mila 132,62 euro, 250mila 076 dei quali già oggetto di rateizzazioni accolte e approvate dall’Ufficio e che saranno incassati alle scadenze dei piani. 315mila 035,85 euro si riferiscono a bollette emesse prima di agosto 2014 delle quali 150mila 480,57 euro sono stati sollecitati già nel 2011”.
A questi si aggiungono 300mila euro circa per le pratiche di gestione consegnate all’avvocatura, perché riferite ad alcuni fallimenti, e 543mila 020,77 euro riferiti a crediti maturati dopo l’agosto ’14.
Alla fine l’Assessore – anche qui l’ironia è involontaria – “getta acqua sul fuoco” e chiude: “L’Ufficio è impegnato nel recupero crediti non incassati, anche per le pratiche più vecchie di due anni e anche dove è già stata avviata una pratica di recupero rateale per la quale ritengo non si possa inserire una prescrizione, che comunque non scatterebbe in automatico. La situazione è sotto controllo, va definita bene la questione dello prescrizione”.
Meno possibilista Andrione, in risposta: “Sono parzialmente soddisfatto dalla correttezza dell’Assessore. L’inquietudine però deriva dall’ammontare del debito: il valore assoluto, visto anche il Bilancio del Comune, di quanto dobbiamo incassare è rilevante, quasi un milione e mezzo di euro. Rimane il fatto che, se togliamo le rateizzazioni, un milione di euro è comunque a rischio per le casse comunali”.