Aosta: 20mila euro in meno per le luminarie natalizie, assicurata la copertura delle vie
Oltre ventimila euro in meno stanziati rispetto allo scorso anno, ed il Comune di Aosta riesce a tagliare le spese mantenendo la copertura delle sue vie identica a quello dello scorso anno.
Dai 72mila euro del 2015, quindi, ai 48mila 719 di quest'anno: “Il taglio – ha spiegato l'assessore comunale con delega all'Illuminazione Pubblica Andrea Edoardo Paron – è stato assorbito scegliendo luminarie di tipo diverso e meno costose. Abbiamo preferito operare un risparmio sui materiali piuttosto che lasciare alcune zone senza”.
In delibera il Comune ha stabilito che verranno posizionati soggetti tridimensionali 'Onde di Ice light Led flashing' in via Aubert, via Croce di Città, via Porta Pretoria, via Saint'Anselmo e via Martinet, mentre nel resto della città le luminarie saranno bidimensionali (via Saint'Orso, via Ex Prato Fiera, via Conseil des Commis, via Xavier de Maistre, via Monsignor des Sales, via Hotel des Etats, via Charrey, via Vevey, via Ribitel, via Losanna, via Challand, via Trottechien, via Marché Vaudan, viale Chabod, viale della Pace, corso Ivrea, via Ponte Romano, via Festaz, via Torino, corso Battaglione Aosta, via Chambéry, viale Conte Crotti, via Lexert, via Gramsci, via Saint-Martin-de-Corléans, via Lys, piazza Battaglione Cervino corso Lancieri d’Aosta e via Monte Vodice).
Tornerà il classico albero di Natale in piazza Chanoux – di 18 metri, attorniato da cordoni luminosi a luce calda e a luce flashing a riempimento, più un addobbo a giorno a riempimento –, mentre un altro albero sarà installato nell'area interna del Teatro Romano, già occupata dal Marché Vert Noël.
Ancora qualche incognita, invece, sull'apporto di Telcha che l'hanno scorso aveva contribuito con 10mila euro alla spesa comunale, anche per ovviare un po' ai disagi creati alla cittadinanza nella posa delle tubature: “Dobbiamo ancora definire questa parte – conclude Paron –, ma l'impegno di spesa potrebbe essere della stessa entità dello scorso anno. In realtà piuttosto che un esborso in denaro contiamo di chiedere loro di fare qualcosa di più nei quartieri, in autonomia ma di concerto con l'amministrazione”.