Aosta e l’Assessorato che non c’è, il Pd in “pole position”

15 Novembre 2018

In altre faccende affaccendata, la politica valdostana – un po’ come fossimo ad un esame universitarioinsegue il fatidico “18” per riuscire a governare. Nel frattempo, ad un mese e mezzo dalle dimissioni di Valerio Lancerotto era il 3 ottobre –, il Comune di Aosta è ancora senza Assessore ai Lavori pubblici.

Ad onor del vero l’Assessore in realtà c’è, visto che il Sindaco Fulvio Centoz si è preso l’interim dopo l’uscita di scena del collega.

Non ci fosse la politica regionale di mezzo, la mediazione va comunque per le lunghe. Tra le forze di governo ci sono equilibri, anzitutto numerici, che vanno rispettati. Tant’è, l’Assessorato è ancora scoperto ed il sostituto ancora non c’è.

I soliti “ben informati” danno, sulla via dei Lavori pubblici, il Partito Democratico in pole position con il gioco a due tra l’attuale Presidente del Consiglio comunale Michele Monteleone e Antonino Malacrinò, attualmente capogruppo Pd nell’assemblea aostana e – pare – in lieve vantaggio sul collega.

A pesare potrebbe essere anche la questione elettorale, dal momento che Malacrinò, nelle elezioni del 2015, portò a casa 278 voti contro i 139 di Monteleone.

Mezza conferma che arriva anche dal Sindaco stesso di Aosta: “Non è stato ancora deciso assolutamente nulla – spiega Centoz –, anche perché ci incontreremo ancora tra movimenti venerdì. Non è un segreto che il Pd è interessato a questo assessorato, ma capisco che in questo periodo tutti siano più concentrati sull’altro palazzo piuttosto che sul Comune, e che la situazione in Regione sia complicata. Speravo di avere il nuovo assessore prima del prossimo Consiglio comunale (convocato il 21 novembre, ndr.) ma a questo punto andremo oltre”.

Sembrano invece svanire le ipotesi di un rimpasto di giunta più profondo, con l’Assessore Andrea Paron – inizialmente dato lui stesso ai Lavori pubblici – che dovrebbe invece rimanere all’Istruzione.

Comunque vada, la logica dei “vasi comunicanti”, l’Assessorato in mano al Partito Democratico – Malacrinò o Monteleone non cambia – significa lasciare ad altri la Presidenza del Consiglio. Qui in vantaggio sembra essere l’unionista Sara Favre, che peraltro ricopre da tre anni proprio il ruolo di Vicepresidente dell’assemblea. Per lei si prospetterebbe una sorta di “upgrade”, insomma.

Per le certezze occorre quindi aspettare i nuovi equilibri – o equilibrismi – politici di piazza Deffeyes, il che certifica però che Aosta, dal ruolo “ancillare” rispetto alla Regione, sembra ancora non essere in grado di staccarsi.

 

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