Aosta, è scontro Centoz-Caminiti: “Sei fuori dalla maggioranza”

20 Febbraio 2019

Centoz – Caminiti, la cronaca di un amore mai nato. Ad accendere improvvisamente un Consiglio comunale rilassato dalla pausa pranzo ci pensa il Primo cittadino di Aosta Fulvio Centoz che, durante le comunicazioni del Sindaco piomba a sorpresa sulla mozione di sfiducia che la minoranza ha in canna nei suoi confronti.

La minoranza, più Vincenzo Caminiti.

“Vista la presentazione di una ipotetica mozione di sfiducia – spiega Centoz -, a questo punto spiace dirlo, ma il collega Caminiti si pone fuori dalla maggioranza. Pur avendo avuto scontri in questi anni è sempre stato un ‘pungolo’ e ha permesso il confronto, ma non possiamo che prendere atto della sua uscita. La sua permanenza alla Presidenza della Terza commissione è incompatibile con la sua uscita dalla maggioranza, e siamo qui a chiedergli di lasciare la posizione”.

Centoz e la Cambogia di Pol Pot

La risposta di Caminiti, fino ad allora piuttosto cheto, non si fa attendere: “Non credo di assistere alla reincarnazione di Pol Pot. Decido io se restare o meno in maggioranza. Ho firmato la mozione di sfiducia per portare in discussione un tema che credo che, oggi più di ieri, sia all’ordine del giorno”.

Ma non solo: “Se qualcuno del Gruppo Misto di maggioranza ritiene che non sono più il Capogruppo ne prenderò atto. Il Sindaco invece può continuare a non condividere con il sottoscritto e con gli altri tutte le tematiche. Io non esco dalla maggioranza se lo dice lui, ma se lo decido io, e se me lo chiede il mio gruppo. Io rimango seduto dove sono”.

Siccome le comunicazioni del Sindaco non prevedono il dibattito, la temperatura – fuori microfono – si alza, tra il “Spero sia uno scherzo, siamo in Cambogia davvero” di Caminiti e la rabbia di Pietro Verducci, uscito dal gruppo Pd/Psi, entrato nel Misto di maggioranza, e ormai in rottura totale con Centoz.

“Non si può replicare, che democrazia è? – esclama l’ex del Pd -. È mio diritto capire dove sta il mio capogruppo”.

E la sensazione è che una firma, alle dieci sulla mozione di sfiducia – e ne servono dodici per portarla in Consiglio – sia stata trovata.

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