Aosta, Rete Civica sbarca in Consiglio. E attacca Sorbara e Prettico
Dopo lo “scisma” in Consiglio regionale, con Impegno Civico che si divide, il progetto Rete Civica – che in piazza Deffeyes è rappresentato da Alberto Bertin e Chiara Minelli – esordisce anche in Comune ad Aosta. E nel farlo – il neonato gruppo sarà costituito dai tre ex Alpe, attualmente Gruppo misto di minoranza Loris Sartore, Giuliana Lamastra e Paolo Fedi – riservano la prima “stoccata” alla maggioranza del Capoluogo, riferendosi agli arresti di Sorbara e Prettico, indagati nell’inchiesta “Geenna”.
Rete Civica parla di un quadro che “getta un’ombra inquietante” sul Comune dal momento che – scrivono – “In cambio del sostegno elettorale ricevuto dai due eletti dell’Union Valdôtaine secondo quanto si legge, sono state influenzate le scelte amministrative, procurando favori a persone e imprenditori vicini alla ‘locale’ ‘ndranghetista”.
I “dubbi rapporti” di Sorbara
Primo obiettivo del neonato gruppo è l’ex Assessore comunale: “‘Non riesco a capire perché mi trovo in carcere’: queste le parole di Marco Sorbara davanti al Gip a Biella, riportate dai media locali. E qui sta il vero problema: perché sono il linguaggio, il modo di comportarsi, le dubbie relazioni ricercate e vantate che sono incompatibili con le istituzioni. Questo non capire rende evidente la non compatibilità con un ruolo di responsabilità pubblica. Sarà poi la magistratura a verificare se ci sono anche i fatti criminosi ipotizzati in questi giorni a carico degli arrestati”.
“Noi non siamo stupiti che sia scattata una operazione della DDA – prosegue la nota –. Siamo piuttosto stupiti che nelle nostre istituzioni, in Comune così come in Regione, ci siano tanti eletti ‘sorpresi’ di ciò che da anni denunciamo insieme a tante persone della società civile, del mondo del lavoro e dell’impresa. E ha ragione Giuliana Lamastra, quando durante lo scorso Consiglio comunale ha sostenuto che si è rotto il meccanismo di selezione dei partiti, per cui almeno in molti di questi la scelta non viene più fatta sulla base di principi e meriti ma solo dei possibili voti, buoni anche se ‘a pacchetti’”.
Il “discredito” sul Comune
Il giudizio sulle scorse elezioni comunali di Rete Civica è “tranchant”: “Il risultato elettorale, che ha visto prevalere nel 2015 ad Aosta la coalizione UV, PD, Stella alpina e Creare Vda (ora confluita nell’UV) – scrivono ancora –, è stato, scopriamo oggi, pesantemente condizionato dal sostegno della ‘locale’ ‘ndranghetista aostana portando in Consiglio comunale un suo diretto partecipante (Prettico) ed un suo sodale (Sorbara). Valerio Lancerotto e l’Assessore Andrea Paron avrebbero mantenuto legami con personaggi legati alla ‘ndrangheta per ottenere voti alle scorse elezioni comunali, anche se non risultano essere indagati”.
“Tutto ciò è grave e getta discredito sull’istituzione cittadina perché il voto di scambio è il veleno della democrazia. Le forze politiche coinvolte in questo malaffare, a nostro avviso, dovrebbero tagliare subito tutti i rami marci e chiedere scusa per non aver saputo, o voluto, alzare quelle difese e quelle barriere che dovrebbero essere l’essenza stessa della politica”.