Aosta vara la sua “Food policy”, il piano per le politiche alimentari della città

16 Giugno 2021

Il Comune di Aosta ha deciso di sottoscrivere il documento Food policy Aosta – Politiche alimentari Aosta, e di aderire al Milan urban food policy pact, patto internazionale sottoscritto da oltre 200 città di tutto il mondo che – si legge sul sito ufficiale – “impegna i sindaci a lavorare per rendere sostenibili i sistemi alimentari, garantire cibo sano e accessibile a tutti, preservare la biodiversità, lottare contro lo spreco”.

La delibera è stata illustrata oggi, mercoledì 16 giugno, nella III Commissione consiliareServizi alla persona”, e approvata all’unanimità.

Le premesse partono da lontano, dagli “oltre 820 milioni oggi le persone che soffrono la fame nel mondo – secondo la Fao – a causa di squilibri economici che portano, fra l’altro, allo spreco di oltre un terzo degli alimenti prodotti a livello globale”, per arrivare al qui e ora, adottando, appunto, una food policy per “delineare una strategia condivisa sul rapporto della città con il cibo” che possa “connettere in modo sostenibile e virtuoso la salute, la nutrizione, le relazioni tra città e campagna, i rapporti all’interno delle filiere, i diritti dei lavoratori, l’ambiente e la pianificazione delle aree verdi, la rigenerazione degli spazi, le pratiche inclusive e di solidarietà”.

Gli impegni della policy

 Sette gli ambiti nei quali la Food policy di Aosta si articolerà:

  1. Governance: attraverso azioni quali la mappatura delle realtà esistenti sul territorio, lo sviluppo di un rapporto indipendente di ricerca sul sistema alimentare, lo scambio di informazioni, il coinvolgimento di tutti gli attori del sistema alimentare locale finalizzati a costruire una visione condivisa delle politiche alimentari
  2. Formazione: azioni di educazione sensibilizzazione alla produzione, alla trasformazione e al consumo del cibo sano, sostenibile e a filiera corta
  3. Diete sostenibili: con attività quali lo sviluppo di linee guida sull’educazione alimentare e ambientale che partano dalle scuole e dalla rete degli orti urbani
  4. Giustizia sociale ed economica: che comprende il sostegno alle fasce più deboli attraverso la creazione di mense condivise e la promozione di attività di inclusione sociale come gli orti urbani
  5. Produzione del cibo: con interventi a sostegno della produzione urbana e periurbana, favorendo l’approvvigionamento di prossimità
  6. Distribuzione del cibo: attraverso la pianificazione di sistemi logistici a basso impatto ambientale, la promozione delle diverse tipologie di filiera corta, la presenza degli agricoltori diretti all’interno dei mercati comunali
  7. Spreco alimentare: con l’adozione di politiche che favoriscano la diminuzione delle eccedenze e perdite lungo tutta la filiera alimentare e supportino le iniziative di recupero e redistribuzione delle eccedenze al fine di garantire l’accesso al cibo da parte delle fasce sociali più deboli.

In aula, il Sindaco Gianni Nuti ha spiegato: “Questa è una piattaforma nella quale cercare di mettere insieme le idee a frutto. L’idea è quella di partire coinvolgendo giovani ricercatori per fare una mappatura e per aiutarci con un piano di informazione con l’obiettivo di entrare in una rete internazionale di ricerca. Una campagna di sensibilizzazione che va studiata bene, realizzata da chi conosce le strategie più efficaci e poi calata specificamente sul nostro territorio”.

Che di “specifico” ha molto, a dire del Primo cittadino: “Le vigne in città, ad esempio, sono quasi un unicum, e questo elemento va valorizzato. Anche a termini di alleanze come quella con l’Institut Agricole. Questo è un modello ideale su cui sviluppare i nostri ‘fuochi’ socio-economici sul territorio”.

Discorso che dalla dimensione locale si allarga: “Le produzioni alimentari hanno stretta attinenza con l’ambiente e lo sviluppo sostenibile – ha spiegato Loris Sartore, Assessore all’Ambiente –. Spesso non ci rendiamo conto che qui, dove le produzioni sono spesso a chilometro zero, contribuiamo alla causa ambientale. Ciò che questo tipo di piattaforma deve fare è anche quello di far crescere la consapevolezza che i cittadini devono consumare in maniera più consapevole”.

Il Milan urban food policy pact

Lanciato dal Comune di Milano nel 2014 – firmato da oltre 100 città nell’ottobre dell’anno dopo, che oggi sono salite a 211 –, il Milan urban food policy pact nasce come “eredità” dell’Expo 2015.

 Firmato il patto, sono diversi gli obiettivi che Aosta si propone come punto di partenza:

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