Appello all’Uv: “Non rinunciate a presentare una lista delle Autonomie per l’Europa”
“L’Uv non rinunci a presentare una lista delle Autonomie per l’Europa nella circoscrizione dell’Italia Nordoccidentale, in occasione delle prossime elezioni europee indette nei giorni 8-9 giugno 2024″. E’ l’appello che arriva al consiglio federale del Leone Rampante da parte degli autonomisti del nord ovest.
“Non ci pare ragionevole che si rinunci alla lista delle Autonomie per l’Europa per lentezze nella prospettiva della “Reunion” valdostana (sarebbe incomprensibile all’opinione pubblica e sarebbe percepito come un tradimento del processo stesso); inoltre si dovrebbe prendere atto che l’intera Repubblica delle Autonomie e l’Europa delle regioni, i nostri ideali più profondi, sono minacciati! Gli autonomisti nell’Italia Nordoccidentale non sono affatto così pochi e nel Nordovest votano anche tantissimi cittadini che sono immigrati da tante altre autonomie tradite o mancate”.
In una lettera aperta venti esponenti e attivisti di comunità e formazioni politiche territoriali occitane, francoprovenzali, arpitane, walser, piemontesi, liguri, lombarde evidenziano come la lista delle autonomie per l’Europa “è un’iniziativa che è ancora possibile e che ci pare drammaticamente necessaria in una Repubblica in cui, nel silenzio assordante dei media, si sono cambiate le leggi elettorali a poche settimane dal voto, impedendo alle famiglie politiche europee minori di partecipare alle elezioni; fra le escluse c’è anche EFA (European Free Alliance) a cui fanno riferimento la UV, la rete Autonomie e Ambiente, la maggior parte degli autonomisti italiani”.
Sull’apparentamento necessario per poter correre alle prossime elezioni, la lettera appello chiede “per non ripetere gli errori del passato”, di guardare a “forze (magari più piccole ma capaci di superare il 4%), che siano estranee all’immaturo e divisivo “bipolarismo all’italiana”, oltre che concordi con la scelta degli autonomisti di dire un secco no alla scivolosa deriva centralista del “sindaco d’Italia”.
Secondo gli esponenti e attivisti di comunità e formazioni politiche territoriali occitane, francoprovenzali, arpitane, walser, piemontesi, liguri, lombarde “nessuna autonomia è al sicuro se si isola e si chiude in se stessa” e non può lasciare a parlare di autonomismo e federalismo “solo forze sinistre, populiste, seminatrici di divisioni ed egoismi, oppure ciarlatani e avventurieri; è tempo di svegliarsi, di ritornare al coraggio dei tempi di Bruno Salvadori, di essere all’altezza dell’eredità di Émile Chanoux; non per noi e nemmeno per eleggere qualche persona, ma per lanciare un grande messaggio di autogoverno e buongoverno alle generazioni future, in questi tempi così oscuri di guerra, distruzione delle economie locali, delle diversità e delle biodiversità”.