Approvato in Commissione il rendiconto di Aosta, l’avanzo libero supera i 12 milioni
È un avanzo libero monstre da 12 milioni 122mila 774 euro, quello approvato oggi – mercoledì 19 maggio – nella IV Commissione del Comune di Aosta, relativo al rendiconto di Bilancio, e che passerà poi a fine mese all’esame del Consiglio.
Avanzo non vincolato importante – quello totale si attesta sui 38 milioni –, che il Capoluogo avrà a disposizione per gli investimenti.
Per il resto, il rendiconto vede in tutte le voci in ingresso – dalle entrate tributarie correnti, i trasferimenti, le entrate extratributarie e quelle in Conto capitale – cifre più basse rispetto a quanto riscontrato poi dagli accertamenti. All’opposto, invece, i capitoli di spesa (le varie mission definite dall’Ente) hanno un impegno ribassato rispetto a quanto effettivamente esborsato.
A giudizio del rendiconto si è espresso Jean-Claude Mochet, membro del riformato Collegio dei revisori dei Conti: “Sottolineiamo un avanzo di amministrazione molto importante – ha spiegato ai Commissari comunali –, cresciuto nel 2020, anno particolare perché viziato dalla pandemia sia sul fronte delle maggiori entrate da parte dello Stato e della Regione (passati in totale da 26 a 33 milioni, ndr.), e l’impatto sulla spesa ancora in corso di definizione”.
Una capacità di spesa da migliorare
Pandemia a parte, è il consigliere Bruno Giordano (Lega) ad addentrarsi nei dettagli del documento contabile, chiedendo quali siano gli indici di capacità effettiva di spesa del Comune, sia per la parte a consuntivo, sia per quella in conto investimenti.
La Vicesindaca Josette Borre, che avoca a sé le deleghe alle Finanze: “La percentuale di realizzo delle spese è pari all’81,6%, e del 64,66% per quanto riguarda gli investimenti. Questo è uno dei punti dai quali partire per la nostra legislatura. Dobbiamo mettere il nostro impegno anche nel tentare di far salire questa percentuale, ovvero la capacità di spendere le risorse che abbiamo”.
Le spese incomprimibili e le possibili assunzioni
A pesare, storicamente, sugli Enti pubblici sono le spese “ingessate”, quelle cioè incomprimibili – impossibili, cioè, da tagliare – e che riguardano in larga parte il peso economico del personale dipendente e i costi fissi.
Giordano chiede: “Vorrei sapere, sul totale dell’81,6% fornito, quanto incide la spesa per i dipendenti? Se volete dar corso ad una serie di assunzioni è un elemento che va capito, dato che molte cose vengono imputate ad una carenza di organico, e visto che le risorse libere, ad oggi, ci sono”.
Rendiconto alla mano, le spese “ingessate” lo sono meno del previsto, dal momento che per il personale sono impegnati circa il 22% di quel famoso 81% cui fa riferimento l’ex Sindaco, oggi in quota Lega.
In risposta interviene l’attuale possessore della fusciacca, Gianni Nuti: “Un impegno sulle assunzioni è indispensabile. Ho parlato di 40 unità da implementare sul triennio. Le tipologie sono medio/alte: i bisogni sono di personale C2 e D, senza dimenticare che non si può scendere sotto il livello attuale. Un’area tecnica di alto profilo professionale è tra le mancanze più forti, anche alla luce delle prospettive di investimenti che abbiamo sul tavolo”.