Arriva il disegno di legge contro lo spopolamento della montagna

11 Marzo 2022

E’ cauto l’Assessore regionale Luciano Caveri nel salutare con soddisfazione l’approvazione ieri da parte del Consiglio dei Ministri della Legge della Montagna. Un testo “migliorato dall’intervento delle regioni” rispetto al “pot-pourri iniziale dove ci avevano infilato di tutto”, ma che richiede ancora degli aggiustamenti. La speranza è che questi arrivino in Parlamento, anche se l’avvicinarsi della scadenza della legislatura, l’Assessore teme lo stop dell’iter di conversione. A frenare gli entusiasmi dell’Assessore anche le risorse stanziate, 100 milioni per il 2022, 200 milioni per il 2023.

Cosa prevede il disegno di legge?

Nei suoi 18 articoli, il provvedimento ha l’obiettivo di limitare gli squilibri economici e sociali rispetto ai territori non montani, favorire il ripopolamento, garantire l’effettivo esercizio dei diritti e l’agevole accesso ai servizi pubblici essenziali per coloro che vi risiedono, promuovere l’agricoltura e la gestione forestale sostenibile, l’industria, il commercio, l’artigianato e il turismo e tutelare e valorizzare il patrimonio culturale montano.

Sono classificati come montani i comuni che appartengono ad una provincia interamente montana. Spetterà poi al Presidente del Consiglio dei ministri,  su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie, sulla base dei dati Istat, previa intesa con la Conferenza unificata individuare i comuni destinatari delle misure di incentivazione previste dalla legge, sulla base della combinazione del criterio altimetrico con gli indici del calo demografico, della distanza e della difficoltà di accesso ai servizi pubblici essenziali, dei tempi di collegamento stradali o ferroviari con i centri urbani, della densità delle attività commerciali e degli insediamenti produttivi, dell’indice di vulnerabilità economica desunto dal reddito medio pro capite o del reddito imponibile medio per ettaro.

Misure fiscali a favore di imprese montane “giovani”

Alle piccole imprese e alle microimprese, in cui il titolare o almeno uno degli esercenti non abbia compiuto 36 anni di età alla data di entrata in vigore della legge, che, dopo il 1° gennaio 2022, abbiano intrapreso una nuova attività in un comune montano, per il periodo d’imposta nel corso del quale la nuova attività è intrapresa e per i due periodi d’imposta successivi, è riconosciuto un contributo, sotto forma di credito di imposta, in misura pari alla differenza tra l’imposta calcolata applicando le aliquote ordinarie al reddito derivante dallo svolgimento della predetta attività nei comuni, determinato nei modi ordinari e fino a concorrenza dell’importo di 80.000 euro, e l’imposta calcolata sul medesimo reddito applicando l’aliquota del 15 per cento.

“Io resto in montagna”

Per incentivare l’insediamento arriva una detrazione dall’imposta lorda, con riferimento agli interessi passivi pagati in dipendenza di mutui contratti per l’acquisto della casa principale nei comuni con popolazione residente non superiore a 2.000 abitanti, del: 100% degli interessi passivi, entro un ammontare di 500 euro; all’ 80% sulla parte degli interessi passivi che eccede il limite di 500 euro fino a 1.125 euro. La misura è rivolta ai contribuenti che non hanno compiuto quarantuno anni di età nell’anno in cui l’atto di acquisto dell’immobile e quello di accensione del mutuo sono rogitati.

Incentivi per i sanitari e gli insegnanti

L’attività prestata, per almeno tre anni, dai medici nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie dei comuni di montagna viene riconosciuta nelle procedure concorsuali ai fini dell’accesso preferenziale, a parità di condizioni, alla posizione di direttore sanitario.
Inoltre per contenere l’impegno finanziario connesso al trasferimento in comune montano, a decorrere dal 2023, a coloro che prestano servizio in strutture sanitarie e socio-sanitarie di montagna e prendono in locazione un immobile ad uso abitativo per fini di servizio è riconosciuto annualmente, nei limiti delle risorse disponibili, un credito d’imposta pari al minor importo tra il sessanta per cento del canone annuo di locazione dell’immobile e l’ammontare di euro 2.500. Il credito d’imposta è riconosciuto anche a coloro che, per i fini di servizio, acquistano in uno dei comuni montani un immobile ad uso abitativo con accensione di finanziamento ipotecario o fondiario, comunque denominato, e spetta annualmente, nei limiti delle risorse disponibili, in misura pari al minor importo tra il sessanta per cento dell’ammontare annuale del finanziamento e l’importo di 2.500 euro.

Per gli insegnanti saranno previste invece forme di incentivazione, anche in termini di punteggio di servizio, a favore dei docenti a tempo determinato in servizio nelle scuole di montagna di ogni ordine e grado. Per agevolare inoltre il trasferimento, sempre dal 2023, agli insegnanti
che prestano servizio nelle scuole di montagna di ogni grado e prendono in locazione un immobile ad uso abitativo per fini di servizio è riconosciuto annualmente, nei limiti delle risorse disponibili, un credito d’imposta pari al minor importo tra il sessanta per cento del canone annuo di locazione dell’immobile e l’ammontare di euro 2.500. Il credito d’imposta spetta anche a coloro che acquistano un immobile ad uso abitativo con accensione di finanziamento ipotecario o fondiario, comunque denominato, e spetta annualmente, nei limiti delle risorse disponibili, in misura pari al minor importo tra il sessanta per cento dell’ammontare annuale del finanziamento e l’importo di euro 2.500.

Incentivi agli investimenti e alle attività diversificate degli agricoltori e selvicoltori

Agli imprenditori agricoli e forestali che esercitano la propria attività nei comuni montani e che investono nel miglioramento delle pratiche di coltivazione e gestione benefiche per l’ambiente e il clima è riconosciuto un contributo, sotto forma di credito di imposta, in misura pari al 10 per cento del valore degli investimenti effettuati negli anni dal 2023 al 2025, nel limite complessivo di spesa pari a 4 milioni di euro per ciascun anno.
I comuni montani possono affidare i lavori pubblici di sistemazione e di manutenzione del territorio montano, di gestione forestale sostenibile, di sistemazione idraulica e di difesa dalle avversità atmosferiche e dagli incendi boschivi, di importo inferiore alle soglie di cui all’articolo 35 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, ai coltivatori diretti, singoli o associati, che conducono aziende agricole ubicate nei comuni montani medesimi con impiego esclusivo del lavoro proprio e dei familiari, nonché di macchine ed attrezzature di loro proprietà, nel rispetto delle norme di sicurezza e salute dei lavoratori vigenti.

Agevolazioni fiscali per il trasferimento di proprietà di fondi rustici

Nei territori montani i trasferimenti di proprietà a qualsiasi titolo di fondi rustici, fatti a scopo di arrotondamento o di accorpamento di proprietà diretto-coltivatrici, singole o associate, sono soggetti alle imposte di registro e ipotecaria nella misura fissa e sono esenti dalle imposte catastali. Le stesse agevolazioni si applicano anche a favore delle cooperative agricole che conducono direttamente i terreni.

Fondo da 100 milioni nel 2022 per lo sviluppo delle montagne italiane

Il disegno di legge delinea una strategia nazionale per le montagne italiane su base triennale cui viene affidata la definizione di interventi finalizzati allo sviluppo economico e sociale delle aree interessate. Entro il 30 settembre di ciascun anno, il ministro per gli Affari regionali e le autonomie, sentita la Conferenza Stato-Regioni, presenta alle Camere la relazione annuale sullo stato della montagna e sull’attuazione della strategia. È costituito un fondo (Fosmit): istituito dalla legge di bilancio per il 2022 con una dotazione di 100 milioni di euro per l’anno 2022 e 200 milioni di euro a decorrere dall’anno 2023.

I commenti sul disegno di legge

“Un provvedimento senza precedenti per importanza e impatto sulle comunità di montagna”. Così la coordinatrice regionale di Forza Italia Valle d’Aosta, Emily Rini, commenta a nome dell’intero coordinamento regionale azzurro, l’approvazione in esame preliminare, nel Consiglio dei Ministri di  a Roma, del disegno di legge recante ‘Disposizioni per lo sviluppo e la valorizzazione delle zone montane’.
“Siamo finalmente di fronte a una presa in carico forte e determinata delle tematiche inerenti alla montagna, se pensiamo che fino a oggi si era arrivati al massimo a uno stanziamento di 29,5 milioni di euro l’anno. Incassata l’approvazione del disegno di legge, ora sarà importante correre veloci verso la fase attuativa di quanto contenuto al suo interno”.

Soddisfazione viene espressa anche da Giovanni Barocco, consigliere nazionale dell’Uncem, l’Unione nazionale dei Comuni e degli enti montani. “Questo provvedimento è stato fortemente voluto e sollecitato in questi anni dall’Uncem e va riconosciuto alla ministra Gelmini l’impegno per giungere a questo risultato” aggiunge Barocco. “Un primo passo che necessiterà ancora di concertazioni con le Regioni, i Comuni e tutti gli attori coinvolti per una sua veloce ed efficace attuazione.”.

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