Bando affitti: Pulz e altri contro i nuovi criteri

08 Dicembre 2018

“Valuteremo, sotto questo e altri profili, la deliberazione della Giunta e promuoveremo in tutte le sedi, anche giudiziarie, le azioni necessarie per garantire il rispetto del principio di uguaglianza.” A scriverlo in una nota, commentando i nuovi criteri sul Bando Affitti varati ieri dalla Giunta Spelgatti, sono la consigliera regionale Daria Pulz assieme ad altri tre componenti di Impegno Civico, Carola Carpinello assieme a Jeanne Cheillon e Alexandre Glarey.

“Attendiamo di vedere il testo della delibera, per verificare – anche alla luce delle pronunce della Corte costituzionale che, ancora di recente, hanno condannato le discriminazioni fra italiani e stranieri – fino a che punto si siano spinti i leghisti valdostani” scrivono ancora i quattro.

“Sull’esclusione della dichiarazione sostitutiva per gli stranieri, il risultato che si ottiene è, come si è già visto a Lodi, quello di ostacolare scientemente il loro accesso alle agevolazioni. Il problema, come abbiamo già visto per Lodi, discende dall’uso strumentale della scandalosa formulazione dell’articolo 3 del D.P.R. 445/2000 che, in materia di dichiarazioni sostitutive, prevede una disciplina differenziata per lo straniero”.

Per Pulz, Carpinello, Glarey e Cheillon la disposizione è “incostituzionale” e “confligge con quanto previsto dalla fonte sovraordinata contenuta nell’art. 2, comma 5, del Decreto legislativo 289/1998 (Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione) secondo cui “allo straniero è riconosciuta parità di trattamento con il cittadino relativamente alla tutela giurisdizionale dei diritti e degli interessi legittimi, nei rapporti con la pubblica amministrazione e nell’accesso ai pubblici servizi, nei limiti e nei modi previsti dalla legge”. In termini analoghi si esprime anche il diritto europeo.

Per questo secondo i quattro esponenti di Impegno Civico è “illegittimo pretendere, ai sensi di una fonte regolamentare in contrasto con essa, l’attestazione o la certificazione dallo straniero e non dal cittadino, anche quando l’attestazione o la certificazione da parte dello straniero sia difficoltosa o impossibile, come spesso accade nei Paesi devastati da guerre (dove, peraltro, avere una misera proprietà non conterebbe più niente)”.

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