Bertin: “Il 25 aprile ci ricorda che da una situazione drammatica si può uscire se c’è la forza di resistere”
“Il 25 aprile è uno dei nostri simboli di libertà, ma è anche emblema di rinascita, di speranza, di fiducia”. Queste le parole del Presidente del Consiglio Valle Alberto Bertin, in vista della Festa della Liberazione, istituita nel 1946 e poi fissata in modo definitivo, come ricorrenza festiva, con la legge 260 del maggio 1949.
“Il 25 aprile – aggiunge Bertin – ci ricorda che da una situazione drammatica si può uscire, se c’è la forza di resistere da parte di tutti. 76 anni fa, dalla Resistenza e dalla lotta al nazifascismo è nata la nostra democrazia. Oggi come allora, dobbiamo avere la capacità di indirizzare le forze nel resistere, con un rinnovato senso di solidarietà e di rispetto per la libertà degli altri, in modo da poter uscire dalla pandemia che ci sta condizionando e ripartire. È questo anche il modo migliore per omaggiare la memoria di chi ha combattuto e sacrificato la propria vita per assicurare una rinascita”.
Union Valdôtaine: il 25 aprile, la liberazione e l’Autonomia da rafforzare
Parallelismo, quello tra il 25 aprile e l’epoca di pandemia, che torna a più riprese. Anche da parte dell’Union Valdôtaine, che in una nota scrive: “Mai come in questi dodici mesi, funzioni e competenze del Governo centrale e delle Regioni sono stati al centro di collaborazioni, confronti serrati e a volte scontri. Allo stesso modo, a livello europeo, la sfida al Covid ha evidenziato una coesione soprattutto nell’assunzione di scelte finanziarie, mentre l’assenza di una politica sanitaria comune ha visto ogni singolo paese adottare protocolli diversi che spesso hanno ingenerato confusione e hanno significativamente condizionato la realtà dei territori limitrofi”.
Avvenimenti che portano a delle riflessioni: “Nel corso di questa situazione straordinaria innescata dalla pandemia – scrivono ancora dai lidi UV -, abbiamo riscontrato per l’ennesima volta come la nostra autonomia necessiti di essere rafforzata. Festeggiare oggi il 25 aprile significa ricordare la liberazione e la vittoria della democrazia sul fascismo ma nello stesso tempo esprimere la volontà di esercitare correttamente le nostre prerogative statutarie, figlie della resistenza e delle lotte dei nostri padri”.
Prerogative oltrepassata una crisi sanitaria che “ha avviato un fenomeno vergognoso di scarico di responsabilità – spiega ancora il Mouvement -. Lo stato confusionale delle strutture centrali, degli scienziati e dei vari responsabili ha disorientato la comunità e gli enti territoriali. Non abbiamo visto nessuna assunzione di responsabilità ma continui attacchi alle Regioni, autonome e ordinarie. Questo comportamento ha sminuito il ruolo delle Amministrazioni locali e le loro competenze al punto che, da più parti, si sono levate voci per modificare l’articolo 117 della Costituzione”.
Alliance Valdôtaine: “Être autonomiste c’est être antifasciste”
“I reduci e le staffette partigiane sono sempre meno, e la memoria orale, famigliare e intima che hanno tramandato nell’ultimo cinquantennio sarà inevitabilmente sostituita da una memoria storica, fatta esclusivamente di testi, video-interviste e musei. La ciclicità della vita ha, inevitabilmente, il sopravvento su tutto e spetta a noi far sì che il 25 aprile resti una festa di popolo, viva e vissuta, anche quando gli Ultimi e la loro testimonianza non ci saranno più”.
A scriverlo è Alliance Valdôtaine, che spiega come “i motivi per cui occorre festeggiare la resistenza e la lotta al nazifascismo sono tanti e sono sempre attuali. La nostra terra, che il fascismo l’ha subito, deve saper far memoria di ciò che hanno rappresentato il totalitarismo, il pensiero unico e la lotta alle diversità, che siano esse linguistiche, religiose, culturali o sessuali”.
Anche qui – passando al francese – alla ricorrenza si appoggia l’Autonomia valdostana: “Être autonomiste c’est être antifasciste – scrive ancora AV -. Sans liberté et sans autodétermination, on ne peut être pleinement autonome et sans l’autonomie notre région serait privée d’une grande partie de son ADN. Alliance Valdôtaine célébrera avec conviction le 25 avril et le fera parce qu’elle croit dans la liberté, la laïcité et l’autodétermination de chaque communauté”.
Pcp: “Di fronte alla tragedia della pandemia non possiamo non riconoscere quegli stessi sacrifici”
La pandemia torna ad essere evocata, invece, nelle parole scritte dal Progetto civico progressista, una nota firmata dai capogruppo in Consiglio Valle ed in Consiglio comunale ad Aosta Erika Guichardaz e Fabio Protasoni: “76 anni fa scelte difficili, sacrifici e lutti, abbandoni, fatiche e sofferenze collettive furono alla base della rinascita del paese. Oggi, in condizioni certo diverse e con alle spalle la solidità di un grande cammino di sviluppo sociale e democratico come quello dalla nostra Autonomia regionale, dei nostri enti locali, della Repubblica e della Costituzione Italiana e dell’Europa, di fronte alla tragedia della pandemia non possiamo non riconoscere quegli stessi sacrifici, fatiche e sofferenze nella vita di tante cittadine e cittadini”.
Un filo conduttore ci lega a 76 anni fa: “Famiglie in lutto, economie a pezzi, perdita del lavoro, angoscia per il futuro, incertezza sono le esperienze che ormai proviamo tutte e tutti in una Regione, come la nostra, particolarmente provata dalla crisi sanitaria, economica e sociale – scrive ancora Pcp -. Ecco allora che l’esercizio del ‘ricordare’ la Liberazione, che non è mai stato per noi una semplice celebrazione, assume ancor di più il significato originale: insieme è possibile lottare e riscattare un futuro migliore.
Pour l’Autonomie: partire dai valori del 25 aprile
“È con un rinnovato senso di responsabilità che dobbiamo festeggiare il 25 aprile, ricordando e ritrovando lo spirito, l’entusiasmo e l’esigenza di libertà, di unità e di fiducia che nell’aprile del ’45 pervadeva in tutti coloro che hanno creduto nella Liberazione”, scrive invece Pour l’Autonomie.
Principi ispiratori propri “di chi voleva costruire un futuro migliore per i propri figli e per la propria comunità, così vivi sul territorio valdostano, devono essere ancora oggi i valori dai quali partire per far fronte al difficile momento sociale che stiamo vivendo”.