Bilancio 2016, dalla minoranza 32 ordini del giorno e 18 emendamenti
Arriveranno attraverso una serie di ordini del giorno – 32 in totale – le proposte della minoranza alla Finanziaria 2016. L’annuncio è arrivato nel corso della discussione che ha impegnato tutta la giornata di oggi.
“Presenteremo numerosi ordini del giorno non solo di misura economica finanziaria ma su dei temi ben precisi” ha spiegato il capogruppo di Alpe Albert Chatrian. “Aldilà dello stato dell’arte e dell’impianto confezionato, noi riteniamo che ci vada non solo un cambio di marcia ma una riforma forte sul cambio delle regole”. Gli ordini del giorno annunciati dal Galletto sono 17 e vanno dalla questione autostrade, alla riduzione dei dirigenti regionali, all’impegno a garantire un medico H24 nei poliambulatori di Morgex, Chatillon e Donnas fino al rilancio dell’edilizia.
“Oggi, si prende atto che c’è una situazione di crisi: il bilancio presentato è di transizione e di emergenza e l’orgoglio dell’Assessore riguardo ad un rilancio attraverso gli investimenti e l’indebitamento suscita forti perplessità” ha attaccato Laurent Viérin di Uvp. “È per questo che noi dell’Uvp abbiamo presentato delle proposte – emendamenti e ordini del giorno – per migliorarlo, perché così come ci è stato presentato non offre una prospettiva chiara al futuro della Valle, almeno per il prossimo triennio." Tra le proposte che i progressisti hanno presentato c’è un ordine del giorno per introdurre in Valle d’Aosta la zona franca.
“Questo bilancio ha un suo lato positivo perché si scopre che sono contro tutti, gli agricoltori, i cittadini che hanno perso una serie di agevolazioni, anche i componenti della maggioranza che hanno presentato una serie di emendamenti” ha ironizzato il capogruppo del M5S, Stefano Ferrero. “Questo è un bilancio contro l’autonomia, è paradossale che sia il M5S a dirlo”. Ferrero ha poi parlato di ipocrisia in riferimento alla discussione in corso sui due disegni di legge. “I numeri non possono essere interpretati, voi avete voluto colpire solo i cittadini e non è vero che non ci sono più i soldi, abbiamo dimostrato come esistono una serie di sprechi e fanno parte della storia delle 50 partecipate”.
E se la minoranza si affida agli ordini del giorno la maggioranza ha arricchito un bilancio, che già l’Assessore Perron aveva definito ieri “asciutto”, con 10 emendamenti della II Commissione, 13 solo dell’Assessore Perron, 5 dei consiglieri Guichardaz, Marquis, La Torre. La minoranza oltre agli ordini del giorno ha presentato 18 emendamenti, di cui 9 del M5S più un subemendamento, 8 l’Uvp e uno congiunto Alpe Uvp.
“La logica di questo bilancio è stata quella di evitare tagli lineari cercando di procedere nel senso della razionalizzazione dei settori” ha spiegato il capogruppo Uv, Joel Farcoz. Ricordando il contributo della Valle d’Aosta allo Stato – dal 2010 abbiamo versato più di 1 miliardo di euro, 206 milioni nel 2016, – Farcoz ha sottolineato come questi numeri “meglio che le parole possono spiegare la situazione finanziaria della Regione e dimostrano come la Regione non potrà più intervenire in tutte le sfaccettature della vita dei valdostani.”
Le minori risorse richiedono, quindi, per Pierluigi Marquis capogruppo di Stella Alpina “una ristrutturazione del sistema che sia il più partecipata possibile. Sono richiesti dei procedimenti che privilegino l’orizzontalità più che la verticalità. Tutti quelli che abbiamo ascoltato in commissione hanno chiesto una maggiore partecipazione a questa nuova progettualità. Io credo che in Valle d’Aosta ci siano le energie intellettuali e economiche, unite alla tenacia di un popolo di montagna per arrivare a dare rilancio alla nostra economia”.
A chiudere il giro di interventi per la maggioranza è stato infine Jean-Pierre Guichardaz, che ha sottolineato il “ruolo chiaro e trasparente” del Pd in maggioranza. “Sappiamo che c’è ancora tanto da fare e che questa situazione economica non aiuta il rilancio soprattutto di quei settori che sono usciti con le ossa rossa, penso all’edilizia, ma possiamo anche parlare dell’industria". Il capogruppo Pd si è quindi soffermato sulla situazione Lavazza. “Certe scelte di politica industriale oggi, anche alla luce degli avvenimenti, deve essere sostituita da imprenditori che guardano a politiche innovative, da una politica che guarda dall’industria tecnologica di nicchia come una risorsa, cercando di fare il possibile per risolvere le questioni contingenti”.