Cala il sipario sulla XIV Legislatura.Il bilancio di Viérin: “Ereditata una situazione pesante”
Cala il sipario sulla XIV Legislatura della Valle d’Aosta. Domani mattina, 26 giugno, è convocato il primo Consiglio Valle del “nuovo corso”, ed oggi il Presidente uscente Laurent Viérin ha approfittato per salutare e per tracciare un bilancio di questi ultimi 8 mesi di governo da lui gestiti.
“Abbiamo cercato di portare avanti l’ultimo ‘miglio’ di una legislatura molto difficile – spiega in conferenza stampa Viérin -, e ho cercato di mettere a disposizione le competenze maturate in questi anni nei campi dell’Istruzione e cultura, dell’Agricoltura e della Sanità. Rivendichiamo alcuni risultati, forse non siamo stati bravi a comunicarlo all’esterno, ma abbiamo cercato di dare risposte alla società in pochi mesi, come il dossier difficile del tunnel del Gran San Bernardo prontamente riaperto, e con la nomina di un tecnico a capo della società, gestendo tutte le difficoltà che questa chiusura ha portato”.
Tra i risultati che il Presidente rivendica c’è anzitutto la gestione finanziaria: “Lasciamo un Bilancio che ha 100 milioni in più rispetto allo scorso anno. Abbiamo inviato a Roma, alla parte governativa e alla Commissione paritetica, una proposta di soluzione della questione finanziaria, con una parte normativa e la relativa norma di attuazione”.
Ma non solo: “Sulla scuola abbiamo ereditato una situazione di grande tensione – prosegue Viérin -, e abbiamo aperto tavolo sindacale per risolvere le questioni e discutere di ‘Adaptations’, e di alternanza scuola-lavoro. Lasciamo una nuova formula di gestione del Forte di Bard non legata alla politica e, per trasparenza, dato criteri nuovi nelle nomine delle partecipate come per gli Impianti a fune in cui abbiamo chiesto agli Enti Locali chi potesse rappresentare il territorio in questa società al di là dell’appartenenza politica e partitica”. Alcune nomine, invece, restano ancora sospese, e Viérin ne spiega la ragione: “Le nomine in Sitrasb, Finaosta e Projet Formation sono state rimandate per lasciare, anche per rispetto, che se ne occupi il futuro Governo. Abbiamo solo fatto la nomina per il Mont-Avic, ma solo perché oltre giugno si sarebbe andati verso il Commissariamento”.
A proposito del nuovo Consiglio Valle disegnato dalle Regionali del 20 maggio Viérin aggiunge: “Da oggi nasce una nuova esperienza per quanto mi riguarda: seppur chiamati al ‘tavolo dei 18’ non abbiamo ritenuto ci fossero le condizioni per partecipare, per coerenza, alla situazione che si è creata. Rimando a domani in Consiglio le considerazioni politiche, ma tengo a dire che non abbiamo avuto nessun problema, serenamente, ad abbandonare eventuali ruoli e possibili ricollocazioni perché non siamo convinti di ciò che si sta costruendo. Garantiremo però la nostra presenza per il pieno svolgimento democratico della nascita della nuova Presidenza del Consiglio, e facciamo gli auguri al nuovo governo. Uvp sarà presente nel ruolo di opposizione e di controllo rispetto ai tanti annunci fatti”.
Sulla “questione politica” Viérin non si sbilancia, ma non nasconde un certo rammarico che parte da lontano: “Questo governo dell’‘ultimo miglio’ era nato con altre idee e altro spirito, ma non è stato percepito da tutti. Abbiamo ereditato una situazione molto pesante, cercando di rispettare tutte le sensibilità di un Consiglio Valle che in 5 anni ne ha viste di tutti i colori. L’unico rammarico è che quando si pianifica serve almeno una legislatura davanti. E ci spiace che questa legislatura inizierà come l’altra, a livello numerico”.
Legislatura che inizia, per Viérin, in salita: “Sappiamo che le maggioranze non possono nascere solo su una sommatoria di numeri ma si basano su idee, sensibilità, proposte, contenuti. Questo è stato un dei problemi di questa legislatura, motivo per il quale non abbiamo partecipato al ‘banchetto’. Già non è stata mia la scelta di andare alla Presidenza della Regione, per un progetto non capito dalla società visti tutti i cambi. Dalle elezioni bisogna imparare qualcosa: non c’è stato consenso popolare, è giusto che andiamo all’opposizione”.
C’è tempo per un ultimo rammarico, proprio su questi 8 mesi di governo: “Altri movimenti hanno voluto andare contro le proprie idee per governare, in modo coerente noi riteniamo che non si debba andare a governare a tutti i costi. L’ultimo progetto non aveva numeri per governare, e forse non doveva nascere perché ha voluto un grande sacrificio da parte nostra dal punto di vista amministrativo. Non era un’operazione per andare a l governo ma un progetto politico con contenuti, non un semplice ‘rassemblement’ di due sensibilità. Penso che avremmo magari dovuto interrompere la legislatura, ma di persone che volevano andare a votare non ce n’erano molte”.