Casa Deffeyes non è in vendita. Le villette di quartiere Cogne entrano nel Piano alienazioni
Che cosa ne sarà di Casa Deffeyes? Il futuro del rustico di Rue Malherbes è ancora da definire, ma una certezza c’è: l’edificio che ha dato i natali ad Albert Deffeyes non sarà alienato dal patrimonio comunale.
Già messa sul mercato anni fa, la casa fu poi tolta dal Piano alienazioni. L’ipotesi di riqualificazione la vedeva come futuro Ostello della gioventù, passando per il progetto “Cammini e Percorsi” – promosso dall’Agenzia del Demanio –, inserita quindi nel percorso della Via Francigena.
Opzione non del tutto tramontata, ha spiegato la Vicesindaca di Aosta Josette Borre in Commissione consiliare del Comune Aosta. La certezza, però, è che è fuori dal novero del patrimonio municipale sul mercato: “L’intenzione – ha detto in audizione – è quella di riaprire un discorso di valorizzazione e non di dismissione del bene, seguendo ancora strada della concessione”.
Borre che ha aggiunto: “La scorsa Amministrazione aveva intrapreso una strada legata a rendere Casa Deffeyes un punto di accoglienza per percorsi ciclopedonali e itinerari storici. Noi, al momento, siamo partiti da lì. Non abbiamo ancora escluso nessuna possibilità”.
Le villette di quartiere Cogne saranno alienate
Discorso opposto, invece, per le villette di quartiere Cogne: “Il 2022 vedrà l’avvio dell’iter di evidenza pubblica per l’alienazione delle 8 villette più 5 che rientrano nel patrimonio disponibile del quartiere Cogne- spiega ancora la Vicesindaca –. Verrà pubblicato un avviso e, sperando ci siano soggetti interessati, le villette saranno vendute”.
Le mancate entrate dalle sanzioni del Codice della strada
Mentre è stata riconfermata, ma solo per un anno, la convenzione con i comuni di Sarre e Saint-Pierre per la cosiddetta “Police de la Plaine”, l’Amministrazione aostana vuole tentare la carta di sfruttare la Polizia locale anche per gli orari notturni.
Questione non semplice, vista la mancanza di personale ed il concorso per assumerne di nuovo non espletato nel 2021 e che dovrebbe ribaltarsi sull’anno nuovo.
A mancare sono anche le entrate derivanti dalle sanzioni del Codice della strada. La ragione va trovata, una volta ancora, nella pandemia: “La cifra delle sanzioni elevate nel 2021, sebbene i dati siano ancora da definire, si aggirano attorno al milione di euro – spiega ancora Borre –. Si discosta parecchio rispetto ad anni più normali, quando le cifre erano quasi attorno ai 3 milioni, con particolare riferimento al 2018/19 quando erano pari a 2,7 milioni”.