“Casa degli autonomisti”, l’obiettivo è fare presto. Pronte già le ipotesi di una nuova giunta
L'obiettivo è uno solo: bruciare i tempi. E questo lo sanno bene Union Valdôtaine e Union Valdôtaine Progressiste, uscite ormai allo scoperto sulla “Casa degli autonomisti” che sta vedendo i due movimenti stretti in un fitto dialogo. Un nuovo capitolo è stato scritto questa mattina, dove in un altro incontro tra le due “Unions” sembra che il bandolo della matassa politica, destinata a rovesciare nuovamente gli equilibri in Consiglio regionale, sia stato finalmente sciolto, o che quantomeno le posizioni siano decisamente vicine.
Per l'obiettivo di un governo di “Réunion” – aspettando il Conseil de Communauté dei Progressisti ed il Conseil Fédéral unionista, quindi dopo Ferragosto – i giochi sembrano fatti, con un accordo di massima che prevede diverse opzioni. Una di queste vede 3 posti in giunta all'Union Valdôtaine e la Presidenza della Regione che ritorna al “Mouvement” con, in pole position Aurelio Marguerettaz, che però sembrerebbe puntare a Roma, e alle Elezioni politiche di febbraio.
Un'alternativa sembrerebbe invece essere quella di una Presidenza di Andrea Rosset, attuale Presidente del Consiglio Valle, che lascerebbe quindi il suo posto ad uno tra Ego Perron o Emily Rin, gli stessi due nomi con Luca Bianchi in ballo per gli altrettanti posti in giunta in quota 'Leone rampante'. Tra le certezze parrebbe essercene una più salda di altre: l'ex Presidente della Regione Augusto Rollandin dovrebbe restare fuori dai giochi e dal 'walzer delle poltrone', conditio sine qua non per l'accordo che sembra non dispiacere al diretto interessato, il cui obiettivo è quello di dare la spallata a Pierluigi Marquis a qualunque costo, anche in virtù del giallo irrisolto dei 25 mila euro.
E se la “Casa degli autonomisti” trova un amo lanciato da Alexis Vallet di Alpe, che non chiude del tutto la porta, nel proprio progetto di riunione è proprio la consigliera del 'Galletto' Patrizia Morelli uno degli obiettivi che Uv e Uvp vorrebbero riportare a 'casa madre'. Nelle file degli ex-unionisti resta invece più guardinga la posizione di Elso Gerandin (Mouv'), che spiega come di questo nuovo progetto sia “Importante capirne il perimetro, perché di progetti ne abbiamo visti nascere e fallire una miriade, e ci piacerebbe capirne qualcosa nel merito. Vorremmo capire quali sono i compagni di percorso e se i valdostani siano o meno al centro di un progetto che non si basi sulla riconferma di posti per i consiglieri uscenti. Ci interessa capire quale sia l'interesse nei confronti della Valle e se si riesca a portare un'azione forte nel confronto di un governo che ci ha massacrato, dal momento che tutte le altre autonomie speciali sono riuscite a tutelarsi tranne noi, perché gli accordi politici hanno un senso, ma nessuno parla di problemi concreti e reali”.
E mentre Epav si dice pronta a “lavorare al tavolo delle forze autonomiste”, questa operazione “Réunionista” getta un po' di scompiglio tra coalizioni che sembravano già fatte, e pronte agli appuntamenti elettorali del 2018 come quella che raccoglie Stella Alpina e Pour Notre Vallée-Area Civica, con il Presidente Pierluigi Marquis che sulla “fuga in avanti” di Uvp ha gettato acqua sul fuoco in conferenza di giunta: “Il grande caldo di questi giorni ha surriscaldato anche il clima politico, ma crediamo che la dialettica politica sia importante in una fase delicata e di transizione da un sistema ad un altro come questa. C'è necessità di confronto fra tutte le forze politiche, e vi daranno corso partiti, ma credo si debba andare oltre la gestione avuta finora e bisogna avere la capacità di fare rete. I matrimoni devono avere alla base la volontà di avviare un progetto e non basarsi su un contenitore”.
Disorientamenti vari che colpiscono anche gli alleati unionisti come il gruppo Pd-Sinistra VdA, che per ora resta alla finestra: “Noi siamo all'opposizione – spiega il capogruppo Jean-Pierre Guichardaz – e lì rimaniamo. A me sembra che questa sia una questione tutta interna ai partiti autonomisti e non so se avranno intenzione di coinvolgere qualcun altro. Certo esiste una 'cortesia' nel coinvolgere gli alleati, ma sembra vogliano fare un percorso in solitudine anche perché di solito nei percorsi politici si fanno tutti i passaggi di coinvolgimento prima, non dopo, a cose già avvenute”.