Case popolari, cresce la morosità. L’Arer chiede alla Regione l’introduzione degli aiuti economici
Ritorna l’allarme sui conti Arer. A lanciarlo è nuovamente il Collegio dei revisori del conti che nel vagliare il bilancio dell’Azienda torna, come aveva già fatto nel 2012, a vincolare l’avanzo di amministrazione alla copertura della morosità. In particolare i revisori dei conti, così come il Presidente stesso dell’Arer, Patrizia Diémoz, sollecitano il governo regionale nel dare attuazione alla legge regionale 3/2013 che prevede l’introduzione di aiuti economici. "La pianificazione regionale – si legge all’articolo 45 – individua l’entità del concorso a favore degli enti proprietari di alloggi di edilizia residenziale pubblica per la copertura della morosità incolpevole".
Nel caso in cui non si perfezionasse l’iter legislativo verso un obiettivo di copertura della morosità, "la situazione genererebbe probabilmente anche in considerazione del particolare periodo di crisi generalizzata – si legge nella relazione dei revisori dei conti – un disavanzo di amministrazione con copertura a carico dell’ente”.
La crisi economica ha ridotto ulteriormente il reddito delle famiglie che, spiega Diémoz nella sua relazione al bilancio, “non riescono proprio a far fronte al regolare pagamento dei canoni d’affitto e delle spese per servizi” e che quindi risultano come morosi giustificati. Al 31 dicembre 2013 i crediti dell’Arer per canoni e servizi ammontano a 2 milioni e 170mila euro con una morosità effettiva (calcolata dopo quattro mensilità arretrate) di 1 milione e 604mila euro (Nel 2012 gli affitti non pagati erano 1,3 Mln, 991.133 nel 2011).
Nel 2013 il numero dei debitori è sceso da 1248 a 1104 ma è cresciuta l’entità dei debiti per utente. Segno che “la situazione debitoria dei coloro che risultavano già in arretrato ha continuato a progredire”. Continuano a crescere i casi sociali, passati dai 428 del 2012 ai 525 del 2013 che rappresentano ormai il 67,7% degli inquilini Arer con un canone medio mensile di 144 euro, in diminuzione rispetto al 2009. “A tutt’oggi – ribadisce Diemoz – le insolvenze dei casi sociali continuano a gravare interamente sul bilancio aziendale in quanto gli aiuti economici previsti dagli art. 12 e 45 della legge 3/2013 non sono ancora stati finanziati e quelli di cui alla legge regionale 36/1998 hanno cessato di essere erogati a decorrere dal mese di novembre 2013”.
L’Arer torna a chiedere inoltre risorse per realizzare nuove case popolari, ricordando come la carente offerte di alloggi Erp stia portando i comuni a reperire sul libero mercato alloggi per far fronte all’emergenza abitativa “con sempre maggiori costi per la comunità”.