Casinò, la legge dei 48 milioni? “Un maquillage contabile per salvarsi dalla Corte dei Conti”
“I soldi a Finaosta non verranno restituiti”, “questo è solo un escamotage per togliersi dai guai della Corte dei Conti”. Stefano Aggravi della Lega Vda e Roberto Cognetta di Mouv’ all’attacco del Disegno di legge, varato dalla Giunta regionale, che trasforma il credito di 48 milioni di euro di Finaosta in apporto di capitale, tramite la sottoscrizione di uno Strumento Finanziario Partecipativo (SFP). L’articolato è passato questa mattina in II (approvato a maggioranza, con l’astensione del M5S) e in IV Commissione (in corso). Lega e Mouv’, come annunciato, non hanno preso parte al voto, in attesa che le commissioni vengano riequilibrate.
“È bene chiarire subito un punto fondamentale: chi oggi dovrebbe votare il bilancio ha contribuito alla creazione del debito di 48 milioni” sottolinea all’uscita dalla II Commissione Stefano Aggravi. “Questo debito si è accumulato nel tempo a fronte di finanziamenti erogati senza certezza di rimborso tenuto conto del fatto che Casinò accumulava anno per anno significativi passivi di bilancio”.
Durante la commissione di questa mattina i due gruppi hanno chiesto, senza però ottenere, di poter sentire alcuni degli attori coinvolti, in primis Finaosta. “Ci rammarichiamo, perché sarebbe andato a beneficio di tutti i membri della Commissione.”.
I dubbi sollevati dai due gruppi sono tanti: “un delegato del tribunale è stato coinvolto nella scelta dell’SFP quale strumento per conservare il valore dei “48mln”?, perché si è scelto l’SFP quando questo strumento è solitamente utilizzato come altra forma di finanziamento o di partecipazione di aziende in salute e che crescono?, il 9 luglio prossimo ci sarà l’assemblea dei creditori: l’emissione di un SFP può rappresentare un fattore di rischio da considerare in relazione all’eguale trattamento di tutti i creditori (c.d. par condicio creditorum)?, un SFP rispetta i dettami della Legge Madia che dice espressamente che non si possono finanziare in alcun modo delle società in passivo da più di 3 esercizi (rif. art. 14)?”
Sulla questione Corte dei Conti, i due consiglieri regionali si chiedono se “grazie a questo barbatrucco contabile chi aveva votato per concedere i prestiti pensa di non avere più nessuna responsabilità perché il debito non esiste più (sulla carta). Ma i soldi a Finaosta chi li restituisce? E i 20 milioni a CVA da dove sono arrivati? Li ha restituiti il Casinò?”.
Infine questo Dl, secondo Aggravi e Cognetta, rischia di rappresentare un pericoloso precedente. “E se alle persone che sono già state licenziate abbuonassimo i mutui che hanno con Finaosta? E se alle aziende morose nei confronti di Finaosta offrissimo di trasformare il proprio debito in SFP, non sarebbe altrettanto giusto?”.
Il Commissario giudiziale aveva chiesto al socio, nella sua relazione, di esprimersi. “Aveva chiesto al socio di dare un segnale, il primo doveva essere l’approvazione del bilancio. – ricorda Aggravi – Su questo aspetto aveva specificato la necessità di prendere una posizione, che poteva anche essere, questo avrei fatto io in sede di bilancio, di portare a capitale questi 48 milioni di euro.”