Christian Ganis lascia la Lega e in Consiglio va in scena la resa dei conti con gli ex colleghi
E’ stato tutt’altro che indolore il divorzio fra Christian Ganis e la Lega Valle d’Aosta. E questa mattina nell’aula del Consiglio Valle, più simile all’aula di un tribunale, è andato in scena lo scambio di accuse fra “gli abbandonati” e il “fedifraga”. Il tutto sotto lo sguardo attento della segretaria regionale Marialice Boldi e di altri aderenti al Carroccio seduti nella tribuna del pubblico.
Lui, Christian Ganis, spiegando il passaggio a Forza Italia sorvola sulle motivazioni, dandole per scontate. Nei giorni scorsi aveva detto di aver “percepito un’evoluzione nella strategia politica della Lega, con una drastica virata a destra che, pur essendo legittima, fatico a sentire pienamente in linea con le mie sensibilità e con quelle del mio elettorato.”
“È stata una decisione ponderata, frutto di un lungo processo di riflessione, e sicuramente non presa a cuor leggero” si limita a evidenziare in aula, prima di ringraziare la Lega Vda per il “cammino affrontato con impegno e entusiasmo, che non rinnego in alcun modo”. Sul nuovo amore con Forza Italia Vda, il consigliere spiega: “riconosco in questo partito una linea politica moderata e concreta, capace di fornire stabilità e soluzioni pragmatiche”.
Se Ganis glissa sulla motivazioni, la Lega “picchia” con forza proprio su quelle. Anche perché, come spiega la consigliera Foudraz, quelle ufficiali arrivate nella sede del parlavano di “motivi personali“.
“Se fossero state motivazioni di tipo personale nessuno poteva sollevare obiezioni” inizia il processo il capogruppo Andrea Manfrin, ringraziando Ganis per il particolare regalo di compleanno ricevuto oggi “invece si parla di drastica virata a destra. Peccato che non abbiamo mai preso atto di questo fastidio e di queste sue posizioni moderate e liberiste”. Il capogruppo ricorda, quindi, a Ganis la linea “no euro”, ma anche la sua partecipazione pochi giorni fa a Pont-Saint-Martin nella raccolta firme per Matteo Salvini o ancora il suo appoggio al ricorso al Tar contro i contributi dati al Pride e il suo video che invitava le persone a partecipare all’appuntamento di Pontida.
“Il giudizio che le persone hanno dato a questa mossa è evidente e si può leggere su tutti i social.” chiosa ancora Manfrin, scandendo poi “Questa scelta lei la pagherà“.
A proseguire l’attacco verso l’ex collega, sono stati Foudraz e Distort – in silenzio Sammaritani e Lavy – chiedendo a Ganis le dimissioni da consigliere.
“Quando si è entrati in consiglio con una candidatura – sottolinea Luca Distort – si può cambiare idea, ma si lascia a questo punto il posto per rispetto verso gli elettori”.
A difendere Ganis, i neo colleghi Pierluigi Marquis e Mauro Baccega. “Amici e colleghi capisco il disagio e la sofferenza che provate, francamente sono rimasto incredulo delle parole pronunciate. – dice il capogruppo – E’ innegabile che è vi è stata una profonda virata a destra della Lega, ed è legittimo che chi non condivide la metamorfosi faccia le sua valutazioni politiche”. Il collega Baccega ha espresso stupore invece per il processo avviato, “cosa che non è successa quando altri quattro consiglieri hanno lasciato il gruppo. Le esternazioni di Vannacci ci preoccupano, noi siamo moderati, siamo il centro del centrodestra e invece ho la sensazione che voi vogliate andare oltre la Meloni”.
Preoccupazione condivisa dal capogruppo dell’Uv Aurelio Marguerettaz, che rivolto a Ganis ha poi ironizzato. “L’hanno innalzata a De Gasperi e Einaudi. La sua uscita dal gruppo vale più di quella degli altri quattro”.