Cime Bianche, la deputata Tripodi chiede lo stop dello studio e finisce nel mirino del Consiglio Valle
Sul Consiglio Valle che si apprestava a chiudere la due giorni di lavoro si abbatte la valanga Cime Bianche. A innescarla l’interrogazione depositata alla Camera dalla deputata valdostana Elisa Tripodi e un’analoga iniziativa portata avanti dall’eurodeputata genovese Tiziana Beghin. A finire travolta è ancora una volta l’attuale maggioranza a 21, sempre più a 19. Alla notizia delle due iniziative del M5S i lavori vengono sospesi; al ritorno in aula si susseguono gli attacchi diretti a Tripodi, ma fra le righe anche a Minelli.
L’interrogazione a risposta scritta della deputata valdostana chiede al Ministro della transizione ecologica Cingolani “se e quali iniziative intenda adottare al fine di richiedere alla regione Valle d’Aosta di porre in essere in via di autotutela, qualsiasi iniziativa di competenza volta ad evitare la realizzazione del progetto di un impianto funiviario nella zona del Vallone delle Cime Bianche che appare all’interrogante, in palese contrasto con le normative europee a tutela dell’ambiente e delle zone protette, anche al fine di evitare l’inutile dispendio di fondi pubblici, e dando una concreta risposta a questa istanza di «aiuto» del territorio attraverso un drastico cambiamento di rotta nella politica di tutela e difesa della nostra Terra”. Analogamente l’eurodeputata Beghin chiede alla Commissione europea quali misure “intende intraprendere per dissuadere” la realizzazione dell’impianto funiviario nel vallone delle Cime Bianche, tra la val d’Ayas e la Valtournenche.
Iniziative che da destra a sinistra vengono definite dal Consiglio Valle “un attacco all’autonomia“. Alla deputata viene contestata dal Presidente della Regione la mancata interlocuzione con il Governo regionale. Su Cime Bianche, ribadisce Lavevaz, “il percorso è chiaro, definito e sottoscritto da 21 consiglieri. Ci sarà uno studio di fattibilità e alla fine, come definito, la decisione tornerà in Consiglio regionale che dovrà definire la prosecuzione di questo progetto”.
“Nell’ambito della nostra autodeterminazione e delle possibilità che ha questo consiglio, questa è una scelta ampiamente dibattuta e con le dovute sensibilità ambientali è una scelta che è già stata fatta, oggetto dei programmi dei governi che si sono succeduti” gli fa eco Claudio Restano di Vda Ensemble.
Per l’Assessore agli impianti a fune Luigi Bertschy l’iniziativa dimostra “l’incapacità della deputata di agire nello stesso modo in cui si è comportata con altri dossier, vedi l’elettrificazione della ferrovia” (Nda prima stoccata ai danni di Minelli). “Anche perché come per altri dossier, ad esempio lo studio sul tram-treno, non sappiamo dove ci porterà questo percorso” (Nda seconda stoccata a Minelli).
Solleva il sospetto che l’iniziativa nasca in accordo con Progetto Civico Progressista il consigliere della Lega Vda Stefano Aggravi. Gli risponde il nuovo capogruppo Palo Cretier: “Garantisco che l’iniziativa è partita dalla deputata. L’iniziativa di bloccare il progetto è una forzatura”.
Accuse a Tripodi arrivano anche dal capogruppo di Alliance Valdotaine Albert Chatrian – “l’interrogazione mette in evidenza degli elementi non corretti” – e dal capogruppo Aurelio Marguerettaz – “dipinge i valdostani come degli sciagurati che vogliono cementificare la Valle d’Aosta”.
Unica voce fuori dal coro quella della consigliera Chiara Minelli, che rimandando al mittente le accuse sottintese di aver “guidato l’iniziativa“, fa presente ai colleghi come sia “pericoloso sindacare sulla libertà di una parlamentare di presentare un’iniziativa”.