Congrès Uv: Erik Lavevaz eletto presidente per acclamazione

06 Ottobre 2018

Nel programma di Erik Lavevaz, unico candidato e neoeletto presidente per acclamazione dell’Union Valdôtaine, si prova anche a recepire e a prendersi carico delle lamentele, delle critiche storiche dei militanti del Mouvement. L’urgenza alla quale bisogna rispondere è il timore che ricorre in molti interventi del dibattito generale: quello di sparire.

Nell’intervento di Lavevaz si passa perciò dalle “questioni di palazzo, che troppo spesso hanno preso il primo piano su quelle del movimento”, fino alla necessità di “scongiurare l’isolamento politico – che ha visto l’Union relegata al di fuori del dibattito politico, durante la formazione della maggioranza dopo le scorse regionali – da cui c’è il rischio di non uscire”.

“Serve una politica che guardi più lontano del domani – aggiunge poi Lavevaz – ci sono unionisti che non vogliono più essere unionisti, da recuperare e ci siamo anche circondati di persone che non sono dell’Union Valdôtaine, che hanno preso l’Union come un modo per avere e non per essere, che hanno usato l’Uv come un mezzo”.

“Le questioni personali devono sparire dalla politica – continua il presidente – ci vuole un dibattito franco sulla questione morale, sull’attitudine degli eletti verso il Mouvement: chi è eletto deve sempre tenere conto di essere rappresentante dell’ideale unionista e deve saper essere un esempio verso i più giovani”.

Anche Paolo Contoz, consigliere regionale uscente, si è fatto interprete del disagio del militante medio: “Basta fazioni, basta con i litigi tra amici di Augusto (Rollandin, ndr) e amici di Aurelio (Marguerettaz, ndr), diciamo le cose come stanno – sbotta dal palco, trascinando gli applausi – d’altra parte però adesso Marguerettaz non c’è più, Ego Perron neanche, Rollandin s’è messo da parte, Emily Rini se n’è andata, ma non è che le cose sono migliorate”. “Abbiamo tanti giovani tra i sindaci da valorizzare – continua – ma non dobbiamo neanche fare i rottamatori a tutti i costi”.

“Mi dispiace che ci si lamenti che i nostri eletti non siano sul territorio – afferma ancora, pescando dalla relazione del neopresidente – io però c’ero a tutte le feste e adesso bisogna ricordare che siamo solo in sei, quindi non lamentatevi se non ce la fanno”. Per Contoz “le prossime elezioni comunali saranno il banco di prova: se riusciamo a tenere i nostri sindaci o aumentarli vedrete che cresceremo, ma serve un’Union Valdôtaine unita, un’unica grande Union con al vertice gente nuova”.

Osvaldo Chabod, ex tesoriere e talvolta voce critica del Mouvement, ritiene la mozione programmatica di Lavevaz “condivisibile”. “Erik – aggiunge – con la collaborazione della squadra che metterà in piedi nelle prossime settimane deve avere la capacità, la forza e la determinazione di portare avanti questo programma”.

Chabod ha voluto concentrarsi su due punti in particolare della piattaforma: “Il primo è il rapporto tra movimento e eletti, il documento dice che spesso il Mouvement è diventato mero organo di ratificazione del gruppo consiliare, mentre bisogna riaffermare l’indipendenza dei due livelli, ovvero gli eletti e il Mouvement”.

Il secondo riguarda la “questione morale: il documento di Erik mette in evidenza la necessità di aprire un dibattito franco sulla questione, ma bisogna anche dire che l’Union è sempre stata rispettosa della garanzia dei diritti della persona, quindi si aspettano i giudizi definitivi”.

“Al di là delle regole che bisogna darsi – conclude Chabod – è del tutto evidente che il rispetto delle regole è in mano agli amministratori: ricordiamoci del documento che abbiamo fatto firmare agli eletti, anche di fronte al notaio, nel quale si dichiara che se si dovesse uscire dall’Uv ci si dimette dal Consiglio: neanche questo è servito, quel documento è stato usato come carta igienica”.

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