Consiglio Valle, arriva anche la riforma dei comuni. Torna, per tutti, l’elezione diretta del sindaco
“Se c’è la volontà di rispettare gli accordi lo si verificherà a breve”. Lo dice questa mattina Alberto Bertin al termine della riunione della I Commissione, nel corso della quale è stata trasmessa la proposta di legge redatta dalla sottocommissione, presieduta dallo stesso consigliere di Rete Civica. Nell’accordo con il Governo Fosson, il gruppo consiliare aveva chiesto l’approvazione della riforma elettorale entro fine novembre. Difficile a questo punto che la proposta di legge possa arrivare in Consiglio Valle nell’ultima seduta di novembre del 20 e 21. Ma Rete Civica potrebbe accontentarsi anche di un voto in commissione. “Vediamo se i tempi non saranno biblici”.
Nel frattempo è stata depositata una proposta di legge di riforma delle elezioni comunali, sottoscritta da quasi tutti i commissari della I, ad eccezione di Stefano Ferrero di Mouv’ e Luigi Vesan del M5S.
“La proposta depositata oggi – dice la Presidente Patrizia Morelli (AV) – è il frutto di un intenso e lungo lavoro di sintesi portato avanti dalla prima Commissione a partire dal documento prodotto dal Consiglio permanente degli Enti locali e dalla proposta di legge per l’introduzione dello spoglio centralizzato per le elezioni del Comune di Aosta. Sono molto soddisfatta che si sia trovata una così ampia convergenza tra i gruppi consiliari, perché una riforma di questo tipo non può essere approvata a colpi di maggioranza.”
Le novità più importanti dell’articolato riguardano il ripristino dell’elezione diretta del Sindaco e del Vicesindaco anche nei comuni con popolazione inferiore a mille abitanti, che sono 42 su di un totale di 74. In un’ottica di maggiore stabilità e governabilità, nei piccoli comuni viene variata la composizione dei Consigli comunali: da una maggioranza di 7 a 4 si passa ad una maggioranza di 8 (6 consiglieri, più il Sindaco e il Vicesindaco) a 3. Cambia, quindi, anche la composizione delle liste di candidati, che per i comuni più piccoli passa da un minimo di 7 ad un massimo di 9. Sempre nei comuni più piccoli le liste dovranno essere sottoscritte da non meno di 5 e non più di 12 elettori.
Riguardo alla rappresentanza di genere, si alza dal 20 al 35 per cento la misura sotto la quale nessuno dei due generi può essere rappresentato così come sono introdotte modalità di scrutinio volte a meglio garantire la segretezza del voto.
“Per quanto riguarda le indennità dei Sindaci – aggiunge Morelli – la Commissione ha condiviso la necessità di riconoscere in modo adeguato il lavoro dei Sindaci, facendosi carico di fissare in legge degli importi commisurati alla complessità e alle responsabilità crescenti con cui gli amministratori, anche dei piccoli comuni, devono oggi confrontarsi, fermo restando che è comunque facoltà di ogni singolo amministratore decidere liberamente della riduzione della propria indennità.”
Il testo dovrà ora passare al vaglio del Cpel.