Consiglio Valle, manca la 18esima firma per le elezioni anticipate
Salgono da 11 a 17, ma non sono ancora 18, le firme per le dimissioni anticipate dal Consiglio regionale. Dopo una lunga giornata dedicata all’approvazione del Dl di disposizioni collegate alla Legge di stabilità, la Lega Vda, con il capogruppo Andrea Manfrin, rilancia, durante le dichiarazioni di voto, la proposta della Presidente dell’Assemblea regionale Emily Rini: “Un minuto dopo l’approvazione del bilancio, vi aspetto nell’ufficio del segretario generale Perrin”. L’appuntamento, non proprio galante e tanto meno al buio, va però in bianco, o comunque non sarà consumato fino in fondo.
A seguire l’invito del capogruppo della Lega Vda, ci sono Daria Pulz (Adu Vda), Mouv’, Vda Libra, Claudio Restano (gruppo misto), Emily Rini (Front valdotain) e il M5S VdA. 17 consiglieri in tutto, pochi ancora per sciogliere anticipatamente l’Assemblea.
“E’ evidente che il giochino è quello di tirare a campare” dichiara davanti all’Ufficio del Segretario generale Manfrin “Ce ne rammarichiamo, ma noi continueremo a combattere per ridare la parola ai cittadini”.
Non si presenta, invece, il Presidente dell’Uv Erik Lavevaz che però in aula ribadisce la volontà di tornare alle urne; “non esiste altra alternativa”.
“A dieci giorni dalla fine della legislatura – dice l’unionista – mi sembra una presa in giro, è il mio punto di vista, chi oggi vuole presentare le sue dimissioni. Noi ci dirigiamo a testa alta verso le elezioni, senza maggiori responsabilità di quelle che la matematica vorrebbe darci”.
Dai banchi di Alliance Valdotaine, Patrizia Morelli spiega come la legislatura non sia terminata, annunciando la volontà di convocare una commissione per dar risposte alla questione dei cantieri forestali. Il collega di gruppo, l’Assessore regionale ai trasporti Luigi Bertschy conferma, invece, la volontà di riportare in aula, anche dopo il 14 febbraio, la proposta di Election Day sotto forma di disegno di legge. “I movimenti si prenderanno la responsabilità di capire cosa succederà da domani in avanti. Alle forze politiche riconosciamo il ruolo di decidere cosa fare nei prossimi giorni”. I tempi sono comunque stretti. Il 14 febbraio, in assenza di un nuovo governo, calerà il sipario sulla legislatura.
Dice “no” alle dimissioni, ma anche alle elezioni anticipate, così come a “governi a scadenza se non quella naturale del 2023” il consigliere di Stella Alpina Carlo Marzi.
Elezioni a parte, la giornata di oggi ha avuto al centro la questione delle discariche.
Dopo una serie di lunghe sospensioni, fra minoranza e l’ex maggioranza è arrivato l’accordo. I sub-emendamenti di mediazione fra la proposta di Vda Libra e quella dell’Assessore Chatrian, a voto segreto, raccolgono 26 a favore, 3 contrari e 6 astensioni.
L’iniziativa votata, si legge nella relazione, intende “proporre una soluzione legislativa alla questione della realizzazione e dell’esercizio delle discariche per il conferimento di rifiuti speciali provenienti da altre Regioni, a fronte delle richieste avanzate su più fronti e, in particolare, dai Comitati dei cittadini e dalle Amministrazioni locali, preoccupati delle possibile ricadute sull’ambiente e sulla tutela della salute delle attività di smaltimento dei rifiuti, diversi da quelli prodotti nel territorio valdostano”.
In particolare, a fronte della disposizione che impegna la Regione a disincentivare la realizzazione e l’utilizzo delle discariche per il conferimento di rifiuti speciali provenienti da altre Regioni, “si prevede, per le discariche già autorizzate, ma non ancora in esercizio, il divieto di completare i lavori correlati alle attività di smaltimento dei rifiuti speciali extra Regione”, ad eccezione di rocce e terre di scavo. Per questo “le autorizzazioni e le eventuali proroghe concesse per la realizzazione dei lavori si intendono revocate a decorrere dal 15 febbraio 2020. Viene invece mantenuto il limite, del 20 per cento della capacità annua autorizzata per le sole discariche già realizzate e già in esercizio”. Bocciata invece l’altra proposta di Daria Pulz che mirava ad introdurre nel Piano regionale dei rifiuti, come in tutte le regioni, dei limiti minimi di distanza dai centri abitati delle discariche, in collaborazione con le associazioni ambientaliste e i portatori di interesse.
Il Dl sulle disposizioni collegate alla Legge di stabilità è stato approvato, alla fine, con 19 voti a favore (AV, UV, SA, RC-AC, PNV-AC-FV, Consigliere Barocco), 1 contrario (ADU VdA) e 15 astensioni (Lega VdA, M5S, Mouv’, Vdalibra, Consigliere Restano).