Coronavirus, Adu propone un fondo di sostegno per la cultura
“È noto che, fra i numerosi settori pesantemente condizionati dall’emergenza Covid-19, quello della cultura in senso lato è stato colpito da una crisi profonda; una crisi che rischia di mettere in ginocchio comparti già afflitti da anni di tagli dei finanziamenti, da una visione parcellizzata degli ambiti produttivi, da una confusione di fondo fra le, meritorie, attività hobbistiche e quelle professionali; in ultimo, da una mancanza di visione culturale organica che sappia dare il giusto peso anche al valore economico e occupazionale oltre a quello, più facilmente ‘visibile’, di divulgazione e intrattenimento”.
A scriverlo in una nota è la consigliera regionale di Adu VdA – Ambiente, Diritti, Uguaglianza Valle d’Aosta – Daria Pulz che spiega come il “congelamento” delle manifestazioni e gli eventi durante il “lockdown” minando anche “un ampio indotto che coinvolge anche il settore turistico, commerciale e della formazione continua”.
“In tutta la regione, in tutti i Comuni – si legge nella nota –, le biblioteche, i teatri e i luoghi di fruizione della cultura, fra cui anche gli spazi privati, le librerie, i circoli, hanno dovuto chiudere le loro porte e gli operatori culturali hanno dovuto reinventarsi rinunciando alla modalità di produzione ‘dal vivo’ per proporre i loro lavori su nuove piattaforme, a distanza”.
Un fondo di sostegno alla cultura
Adu, si legge ancora, “ha elaborato diverse possibili misure – aggiunge Pulz –, fra le quali l’attivazione di un fondo per il sostegno delle librerie indipendenti, delle produzioni culturali, anche editoriali, e dei luoghi della cultura. Innanzitutto, vi è l’esigenza di adattare la fruizione alle esigenze di sicurezza imposte dalla pandemia; tale trasformazione, che coinvolge molti spazi comuni dalle librerie, ai teatri, alle sale cinematografiche, alle fondazioni, ai luoghi istituzionali, è costosa e non si può pensare che pesi totalmente sulle spalle dei lavoratori e degli imprenditori del comparto culturale”.
Non solo: “Oltre alle misure da attivare nell’immediato – chiude la consigliera –, vi è poi la necessità di creare nuove prospettive per l’intera politica culturale della Valle d’Aosta, da troppi anni avvitata attorno a pochi eventi molto costosi, manifestazioni che raramente includono i giovani, troppo spesso destinate solo al capoluogo, troppo spesso controllate e gestite dagli Assessorati con poco coinvolgimento degli operatori locali. Quest’ultima è una battaglia più lunga e più complicata a cui, comunque, non ci sottrarremo”.