Costi della politica, Rollandin: “Noi non chiediamo le dimissioni dell’Assessore Donzel”
"C'è un lavoro importante da fare, tenuto conto anche del momento delicato del settore, quindi, per quanto ci riguarda non abbiamo da chiedere all'interessato le dimissioni, poi se ci sono scelte diverse, individuali…". Raimondo Donzel, condannato per peculato nel processo di secondo grado sui costi della politica, può continuare, almeno per il momento, a ricoprire l'incarico di Assessore regionale alle Attività produttive.
Il Presidente della Regione nella consueta conferenza stampa di Giunta ha detto di non aver intenzione di chiedere a Donzel un passo indietro anche perché "dovranno ancora essere notificate le posizioni definitive". Era stato ieri pomeriggio lo stesso Assessore a rimettere la decisione su eventuali dimissioni nelle mani della sua maggioranza.
Sul dopo sentenza sui costi della politica si è consumata questa mattina anche la parte conclusiva dei lavori del Consiglio straordinario su Cva. Un primo attacco a Donzel è arrivato dal consigliere grillino Roberto Cognetta che ha fatto un plauso a Viérin e La Torre per il "coraggio di rimettere le deleghe" e poi guardando l'Assessore alle Attività produttive ha detto: "Chi pensa di risolvere i problemi con la filosofia non è molto coerente". Sempre Cognetta nel ricostruire in aula il curriculum giudiziario di alcuni esponenti del "partito degli onesti" ha annunciato la presentazione di una mozione di sfiducia all'Assessore alle finanze, Ego Perron.
Un invito alla dimissioni è arrivato all'Assessore Donzel anche da Elso Gerandin di Mouv: "Alla luce della sentenza, è opportuno prendersi in carico le responsabilità e dimettersi dalle cariche di governo: non si possono avere due pesi e due misure. Ricordo che nel 2013 si era discusso di far dimettere il Presidente della Regione che aveva ricevuto un avviso di garanzia."
Rompe il silenzio sulla sentenza pronunciata a San Valentino dalla prima sezione della Corte d'Appello di Torino, il capogruppo Uvp: "Abbiamo scelto di stare in silenzio sulla vicenda della sentenza sui fondi dei gruppi perché la politica deve stare su di un livello più alto, senza bisogno di farsi influenzare da vicende come queste. È vero però che la ricaduta politica si farà sentire e ci sarà una ricomposizione dei gruppi consiliari e su questo piano vogliamo rimanere". Luigi Bertschy ha quindi detto di voler andare avanti sulla verifica politica auspicando che al tavolo tornino a sedere Uv e Pd. "Noi siamo entrati in maggioranza nell'anno della misericordia, ma per carattere diciamo sempre la nostra: quindi la nostra volontà è quella di portare avanti, in un progetto politico diverso, il lavoro che i valdostani ci hanno chiesto di fare. Speriamo che vi sia la volontà di capirci meglio in futuro, nell'interesse di questa maggioranza."