Courmayeur approva il rendiconto di Bilancio, ma l’avanzo “monstre” fa discutere il Consiglio
Passano indenni, dalle “forche caudine” del Consiglio comunale, sia il rendiconto di Bilancio 2020, sia la prima variazione al documento finanziario 2021/23 di Courmayeur.
A presentare entrambe le delibere il Vicesindaco della cittadina ai piedi del Bianco – che avoca a sé le deleghe assessorili alle Finanze – Federico Perrin: “L’avanzo effettivo è pari a 5 milioni 628mila euro – ha spiegato in aula –, dal quale si accantonano 1,2 milioni, mentre la parte vincolata è di 462mila euro. Al netto della quota di investimenti di 779mila euro abbiamo quindi avanzo libero di 3 milioni 178mila 987,24 euro”.
Avanzo monstre che ha diversi perché: “La gestione finanziaria del 2020 è stata pesantemente influenzata dall’emergenza epidemiologica – aggiunge Perrin –. Gli Uffici, in ottica di estrema prudenza, hanno monitorato le ricadute finanziare contando l’incertezza sulle entrate correnti e i rientri statali ed i ristori perfezionati a fine 2020. Inoltre, dal punto di vista dell’Amministrazione, è stato un anno influenzato dal Commissariamento e elezioni. Di fatto, nel 2020 ci sono state tre amministrazioni differenti”.
All’attacco dell’avanzo
La questione alza la palla all’ex Primo cittadino di Courmayeur Stefano Miserocchi, che tenta la schiacciata annunciando il voto contrario della minoranza: “Il rendiconto di oggi certifica al centesimo, in milioni di euro, la conseguenza del Commissariamento, il rallentamento dell’attività amministrativa ed il fisiologico insediamento di una nuova Giunta. Il nostro avanzo era di poco oltre un milione. Quando un’amministrazione può svolgere il proprio ruolo non si arriva a quasi 3 milioni 200mila euro di avanzo”.
C’è spazio anche per una rivendicazione: “Questo avanzo è un dato inconfutabile su come le cose funzionassero bene prima del commissariamento, con numeri bassi e che avevamo ulteriormente portato in calo di oltre il 60% rispetto all’Amministrazione Derriard”.
Questione – girata infatti in “fatto personale” –, che fa sobbalzare dai banchi della maggioranza André Savoye, già in Consiglio, ma in minoranza, nella scorsa legislatura: “Imputare al sottoscritto il commissariamento sembra esagerato e inquietante – contrattacca –. Urge una riflessione da parte del capogruppo di minoranza Miserocchi. L’allora sindaco non è stato capace a tenere una maggioranza ed è stato anche sfiduciato dalla popolazione alle elezioni di novembre”.
“Capisco l’amarezza di Miserocchi per il commissariamento – chiude Perrin –, ma in tutti i Comuni ci sono stati avanzi maggiori, e sono dovuti all’epidemia Covid. A questo si aggiungono i ristori arrivati dallo Stato. Per un avanzo del genere l’‘imputata’ è la situazione sanitaria. La coperta rimane invece corta sulle spese correnti, non certo sugli investimenti che vedono una voce corposa”.
La variazione
La variazione di Bilancio previsionale mette in campo una maggiore quota di spese per investimenti. Tra queste, Perrin elenca l’informatizzazione degli Uffici, la manutenzione straordinaria dei fabbricati, lo studio di fattibilità e i rilievi per Maison Grivel – dopo l’annosa questione del passaggio di proprietà tra Regione e Comune, in via di definizione – cui si aggiungono l’adeguamento della normativa antincendio del Centro congressi ed i sottoservizi comunali.
Un’ovovia per la Val Ferret?
L’investimento più elevato – oltre 600mila euro – è quello per il parcheggio di Planpicieux che verrà rivisto e rifatto. In ballo, però, anche la commissione di uno studio geologico per l’eventuale realizzazione di un’ovovia in Val Ferret da 35mila euro.
Opera sulla cui eventualità la minoranza esprime discrete perplessità. A cercare di spiegarne la ratio che sottende il Sindaco, Roberto Rota: “Io credo che il peggior servizio oggi in Valle d’Aosta, come qualità, sia l’ingresso in Val Ferret. Pensare di portare le persone con i pullman da 50 persone, vista la strada attuale, è impossibile. Servirebbero 50/60 corse. Soluzioni alternative, come una galleria, costerebbero oltre i 100 milioni. L’ovovia è l’unica che potrebbe funzionare, anche in un progetto misto che veda il coinvolgimento dei privati”.
Il dialogo con la Regione è aperto: “Abbiamo avuto i primi incontri informali con gli Uffici regionali per capire se andare avanti o potessero esserci richieste di approfondimento – prosegue il Primo cittadino –. Ci hanno risposto che ci sono gli spazi per questo intervento, ma prima di affidare un eventuale progetto è fondamentale chiarire l’aspetto geologico. L’ovovia risolverebbe tanti aspetti: nel periodo di pericolo valanghe sarebbe chiusa, ma in altri sarebbe un aiuto per la sicurezza della valle, passando alla sinistra orografica della Dora. Se lo studio geologico toglierà delle perplessità e gli Uffici regionali ci continueranno a confortare andremo avanti poi con il progetto tecnico”.
I dubbi della minoranza, però, non sono fugati del tutto: “Ci ha lasciato perplessi la questione dell’ovovia, ma anche un intervento così sostanzioso per Planpincieux – chiude il capogruppo Miserocchi -. C’è una visione per il futuro della Val Ferret prima di fare un investimento del genere? Il progetto dell’ovovia, poi, è ancora nebuloso e non chiaro”.