Cva, M5s sugli scudi: “cronaca di una quotazione annunciata”

15 Aprile 2019

Un “no” deciso alla quotazione in borsa di Cva, e uno “j’accuse” contro una Commissione speciale i cui lavori erano indirizzati ad un solo risultato: convincere della bontà dell’operazione di quotazione.

A spiegarlo in conferenza stampa il MoVimento 5 Stelle che, assieme al resto dell’opposizione in Consiglio regionale, quella Commissione ha abbandonato prima della fine dei lavori, in aperta polemica: “Fin dall’insediamento di questa legislatura – spiega Luigi Vesan – i membri dell’attuale maggioranza hanno detto che la quotazione di Cva è ‘inevitabile’, con una serie di motivazioni che, man mano che si approfondiva, cambiavano a piacimento. In Commissione non c’è mai stato nessun confronto tra i commissari né sugli argomenti né sulle audizioni, e la relazione finale è stata prodotta esclusivamente dalla maggioranza”.

Ma non solo: “Abbiamo chiesto l’audizione di otto figure – prosegue il consigliere , e ce ne sono state concesse tre, abbiamo chiesto lo streaming ed è stato concesso solo per le ultime due sedute. Quando la minoranza ha lasciato la Commissione la maggioranza, nel giro di cinque minuti, si è votata la ‘propria’ relazione e ha chiuso i lavori. Questo è il nostro rapporto con la ‘maggioranza del dialogo’”.

La “cronaca di una quotazione annunciata”, come dicono i pentastellati, parte da qui, ma anche da un “no” inequivocabile: “Ci sono molti motivi per non quotare Cva – spiega invece Luciano Mossa -, vista anche la richiesta di fonti rinnovabili destinata a decollare nel prossimo decennio. La cosa più sconveniente è quotare anche solo una delle sue azioni”.

A questo si aggiunge un dato che, per il MoVimento, è un “cavallo di battaglia”: “Il destino della società più importante in Valle – chiude Mossa – sarà approvato con il voto di un condannato a 4 anni e 6 mesi per corruzione”. E sarà approvato nei prossimi giorni, durante l’imminente Consiglio Valle convocato per il 17 e 18 aprile.

Le contraddizione di Cva

“Le contraddizioni di questa quotazione sono molto più numerose dei vantaggi – spiega invece Ezio Roppolo, ingegnere e consulente per la minoranza per l’“affaire Cva” -. L’azienda, ha un organigramma fortemente verticistico, e lo diventa sempre più con il passare degli anni, con una piccolissima direzione che decide tutto. Esporta il 90% dell’energia pulita che produce, mentre i valdostani ne consumano per il 75% da fonte fossile. Gestendo l’energia di Cva potremmo essere in pochi anni ‘fossil free’ come la Norvegia”.

E sulle “ricadute” in Valle aggiunge: “Cva ha speso, in questi anni, una decina di milioni di euro per la banda ultralarga’ in fibra, che arriva fino in cima alle dighe, e con 2 milioni circa di contributi pubblici. Avete mai sentito parlare dell’apertura di questa banda al pubblico da parte di Cva? A me sembra di no”.

O, per dirla con Luca Lotto, consigliere comunale del Capoluogo: “Cva non ha mai investito sulle reti per portare l’energia pulita in Valle e per avere il riscaldamento ad elettricità nelle abitazioni. Produciamo energia sufficiente per la nostra regione ma le infrastrutture non sono mai state realizzate”.

Il “piano b”, la Cva nelle mani dei valdostani

Sebbene il MoVimento ribadisca chiaramente che Cva non vada quotata, prende piede anche una proposta alternativa: “Se proprio l’azienda non può rimanere pubblica – aggiunge Vesan -, invece di ricorrere al mercato azionario la proposta è quella di procedere con una cessione di quote non più grandi dello 0,1% direttamente ai valdostani, un 30% diviso in almeno 300 quote che permetta al socio di minoranza di vedere garantito il proprio investimento”.

Una “extrema ratio”, comunque: “Sarebbe l’‘ultima spiaggia’ – chiude Mossa -, perché noi chiediamo che la società rimanga completamente pubblica. Quali azionisti vorrebbero mai comprare le quote di una società che non ha mai investito in Valle d’Aosta in ricerca e innovazione?”.

Movimento 5 stelle
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