Cva, respinta la risoluzione della minoranza
Bocciata anche la risoluzione numero 5. Il Consiglio Regionale non approva la proposta di una minoranza che anche in questo frangente ha giocato la carta del voto segreto, questa volta andato a vuoto. La risoluzione, in parole povere, chiede di censurare gli atteggiamenti ed i vertici di CVA visto il rifiuto netto dato ai consiglieri di minoranza a tutte le richieste di informazioni inviate loro.
Apre il fuoco in primis Raimondo Donzel del PD-Sinistra VdA, che non va certo morbido: “Questa risoluzione dice che le funzioni ispettive dei consiglieri di minoranza non si toccano. La maggioranza propone di introdurre criteri di maggiore trasparenza per l’assegnazione dei lavori ma perché scrivere una cosa del genere se va tutto bene? Evidentemente ci sono delle opacità, ed è per questo che diciamo basta ai sistemi di assunzione di queste società”.
Sulla stessa linea si pone anche Fabrizio Roscio di Alpe: “L’articolo 116 del regolamento del Consiglio dà diritto ai consiglieri di accedere agli atti delle partecipate. Non sempre però a questo articolo viene dato il giusto riscontro e se la Presidente Rini è davvero super partes si ricordi che le nostre richieste sono fatte in base ad un articolo del regolamento del Consiglio. I vertici di CVA invece vengono a dirci in Commissione che le nostre richieste di dati sono irrituali, e la società ha deciso in maniera autoreferenziale di non rispondere al Consiglio su questioni che nulla hanno a che vedere né con questioni di riservatezza e segreto industriale. Chiediamo il diritto di avere accesso agli atti e mettere in piedi reali criteri di trasparenza su assunzioni e appalti. L’indirizzo a CVA deve darlo il Consiglio Regionale, e la trasparenza è valore sul quale non si può più transigere”.
Ad inserire qualche elemento in più ci pensa Roberto Cognetta, consigliere in quota MoVimento 5 Stelle: “Abbiamo fatte domande semplici sulla ristrutturazione di due centrali. Volevamo sapere quale sia stata la procedura d’appalto, gli atti e il conto dei dati delle giranti acquistate da CVA e in tutti questi casi ci è stato detto di farci gli affari nostri. Abbiamo fatto delle foto ad infrarossi delle giranti e si vedono chiaramente delle saldature che non dovrebbero esserci. Non abbiamo chiesto che i vertici vadano a casa ma non possiamo neanche chiedere di censurarli? A questo punto andiamocene a casa noi tutti”.
E a gamba tesa entra anche Andrea Rosset di UVP: “La lettera dei vertici CVA ci vede come nemici e non come azionisti. La riservatezza non è imparentata con gli scheletri nell’armadio, in queste aziende crescono le consulenze perché mancano competenze specifiche. Riccardo Trisoldi e Paolo Giachino senza esperienze hanno avuto carriere impensabili in altre aziende, con la possibilità di gestire CVA atteggiandosi a grandi manager, magnificando le proprie opere e dimenticando che chi paga loro lo stipendio è l’azionista stesso, ovvero la Regione”.
Parole dure che però non scalfiscono le certezze del Presidente della Regione Augusto Rollandin che, manco a dirlo, ha una visione delle situazione diametralmente opposta: “CVA è una società con molte specializzazioni e una cosa che può accomunare il consiglio è il giudizio sul lavoro positivo fatto negli anni dall’azienda come l’acquisto di un parco eolico perfettamente funzionante. Riteniamo che ci sia stato finora un rapporto di leale collaborazione con CVA e dobbiamo capire lo sforzo gestionale ottimale di questo ultimo periodo da parte di Trisoldi e di Giachino. Il mio invito è quello di tornare ad una situazione di giusta collaborazione per ottenere le informazioni richieste”.
Inutile la richiesta della minoranza del voto segreto, la risoluzione viene bocciata con 17 astenuti e 15 favorevoli.