Dellai e le sfide del federalismo: “L’autonomia è un percorso storico, non solo soldi”

20 Novembre 2010

Se in Valle d’Aosta è conosciuta come “sindrome da benessere senza sviluppo”, in Trentino è stata ribattezzata “sindrome da pitone: quella di un piccolo corpo che mangia qualcosa di più grande di lui, e mentre digerisce si impigrisce e perde dinamicità”. Lo ha illustrato Lorenzo Dellai, presidente della Provincia autonoma di Trento, ad Aosta per parlare di federalismo durante l’annuale incontro del vescovo con i sindaci valdostani. “La sindrome da pitone è una delle principali sfide – ha proseguito Dellai – per le Regioni e le Province a statuto speciale: il rischio è che i cittadini abbiano solo pretese verso un ente pubblico forte”. Con fenomeni come il Nimby (not in my backyard, non nel mio giardino) o il collettivismo, che rendono un’economia statica e poco produttiva.

Per Dellai, però, le vere sfide non sono soltanto economico-finanziarie: “L’attuazione del federalismo – ha aggiunto – è cosa diversa dal percorso storico delle autonomie. E’ un tentativo, comprensibile, di decentrare le funzioni sul territorio, ma è un processo centrale, paternalistico. L’autonomia è un processo pattizio tra due enti che si pongono allo stesso livello”. Altro rischio rilevante per le autonomie è la “banalizzazione, la riduzione dell’autonomia al solo apparato e alle sole risorse finanziarie, senza considerare la responsabilità: l’autonomia non è andare a Roma a lamentarsi e chiedere più risorse, ma decidere a Trento o ad Aosta”.

Per il presidente trentino, la concentrazione del potere è un’ulteriore minaccia: “La sfida dell’autonomia è la partecipazione. Ad un potere istituzionale forte, deve corrispondere un potere sociale, una comunità altrettanto forti: la partecipazione è la benzina dell’autonomia, e se i partiti hanno fallito, occorrono trovare nuovi sistemi e nuove organizzazioni”. Infine, una tirata d’orecchi allo Stato: “Se l’Italia vuole diventare davvero federalista – ha concluso Dellai -, lo Stato non può andare a disciplinare ogni singolo aspetto dei diversi livelli di governo, ma lasciare autonomia decisionale”.

Exit mobile version