Dimissioni Perron, su condanne e sentenze è scontro fra Alpe e Uv
La presa d’atto delle dimissioni di Ego Perron dalla carica di Assessore regionale alle Finanze, dopo la condanna per l’affaire della sede Bcc di Fenis, trasforma il consiglio regionale in un ring.
A “boxare”, senza esclusione di colpi, i gruppi Alpe e Uv.
“Volete parlare di me per non parlare di ciò che ha disgustato in questi giorni i valdostani" esordisce Albert Chatrian dicendosi amareggiato. "Non si può paragonare la mia vicenda personale (Nda la condanna di secondo grado per finanziamento illecito ai partiti) a quella di Perron. Io non sono stato accusato di aver messo dei soldi in tasca, non ho fatto pressioni su nessuno per avere dei favori personali”.
Un altro “gancio” arriva da Patrizia Morelli: “Siamo stati attaccati personalmente in modo becero. Perron ha avuto, all’uscita del tribunale, un atteggiamento ipocrita, attaccando me e Chatrian. Ha fatto delle affermazioni intellettualmente disoneste”.
Para i colpi Ego Perron: “Ritengo di non avere abusato del mio ruolo e oltrepassato i confini del corretto comportamento politico” ribadisce l’ex assessore dicendo poi di non aver “apprezzato questa ricostruzione da Pubblico Ministero di Alpe perché confrontarci qua su quale grado di sentenza sia più grave, non aiuta i cittadini a capire. Io ho solo sottolineato la differenza di comportamento fra me e altri”.
A chiudere l’incontro – difficile dire chi abbia vinto – è l’Assessore al turismo: “Abbiamo avuto un sacco di condanne per uso illecito di fondi pubblici, il gruppo Alpe l’avete fatto diventare Patrimonio dell’Unesco, patrimonio publico” alza i toni Aurelio Marguerettaz “Non voglio scadere, ma se ci mettiamo a leggere le sentenze, quando c’è stata la condanna per un utilizzo di fondi pubblici per interessi privati, non siamo mica andati a vedere dove avete comprato i beni.“
A bordo ring la minoranza per la quale le dimissioni di Perron “sono un atto dovuto e non un atto eroico” e la maggioranza che esprime “stima” all’ex Assessore al bilancio per un “atto responsabile e di rispetto”.
Giudice dell’incontro Laurent Viérin che sentenzia: “La politica della melma nel ventilatore è da evitare”.
Il Presidente della Regione respinge poi l'ordine del giorno della minoranza (21 no, 13 sì) che gli chiedeva di tenersi fino alla fine della legislatura l'interim al Bilancio.