E’ Franco Vallet a prendere il posto di Albert Chatrian alla guida di Renouveau
Molti i temi toccati nel corso del congresso di Renouveau Valdôtain, svoltosi nel pomeriggio di oggi, sabato 29 novembre, a Nus. Al centro del congresso v’era innanzitutto il rinnovo dei vertici del partito, infatti, il coordinatore Albert Chatrian ha presentato le sue dimissioni, in ottemperanza con lo statuto del movimento che non prevede la possibilità di accumulare cariche elettive a quelle di dirigente politico. Al suo posto sarebbe dovuta arrivare Patrizia Morelli, attualmente consigliera regionale, che per lo stesso motivo ha dovuto rinunciare.
Al vertice del movimento saliranno ora Franco Vallet, Sandro Théodule, Massimo Tamone, Pia Morise e Chantal Certan. Nel suo discorso di dimissioni Chatrian ha sostenuto che “Renouveau Valdôtain rappresenta un punto di riferimento per chi crede in una Valle armoniosa, con una politica partecipata, e non nell’individualismo imperante, nel pensiero unico”. Chatrian ha poi avuto il dente particolarmente avvelenato nei confronti delle forze di governo: “La crisi economica si è imbattuta sul mondo e sulla Valle, ora ci chiediamo: chi pagherà tutti i debiti della Cervino spa? Chi si occuperà della disastrosa situazione del Casinò? Chi dell’Inva? Chi si assumerà tutte queste responsabilità? Per non parlare dell’aeroporto, fallimentare già in partenza”. Si trattava, ovviamente di domande retoriche, al centro dei pensieri di Renouveau c’è infatti l’Union Valdôtaine che Chatrian chiama “Il gigante dai piedi d’argilla”.
Non le manda certo a dire neanche Pino Cerise: “Il neopresidente dell’Union – Ego Perron ndr – ha detto che chi ha abbandonato il movimento ha di fatto rinnegato le idee di Emile Chanoux, niente di più falso. Mi chiedo anzi cosa direbbe Chanoux nel vedere un’Union sempre più vicina ai partiti di destra”.
L’acclamato Carlo Perrin ha invece parlato di un “ritorno al passato”. “In Valle – ha detto Perrin – la spinta di rinnovamento non ha vinto, ha invece vinto una gestione della politica poco democratica. Viviamo ora una vera e propria restaurazione, in cui a dominare è l’omertà, con l’uso di metodì che oso definire intimidatori, come nel caso del Referendum”. L’ex senatore e ex presidente della Regione auspica invece “la diffusione di un sistema equilibrato e solidale”, ha poi concluso parlando dei giovani: “Renouveau deve mantenere fede al suo nome e alle sue idee e non può che puntare sulle giovani generazioni. Non ricoprirò incarichi nel movimento, ma sarò sempre accanto a coloro che hanno il coraggio di esprimere le loro opinioni, mi propongo di essere un garante di questo progetto politico”.