“Eletti” in consiglio: pensione con 5 anni di lavoro

05 Settembre 2011

Se le indennità dei consiglieri regionali a molti sembrano spropositate, soprattutto perché, nella pratica, sono legate ad un livello piuttosto basso di responsabilità, nulla o quasi si conosce dell’assegno vitalizio, ovvero della pensione che maturano i consiglieri regionali a cui è dedicata questa terza tappa dell’approfondimento di Aostasera.it sui costi della polica.

Gli eletti in consiglio regionale, come i lavoratori contrattualizzati, maturano il diritto alla pensione e iniziano a percepire l’assegno vitalizio al termine della loro carriera politica e una volta raggiunti i 65 anni di età. Ai consiglieri, però, è offerta una possibilità in più: chiedere l’erogazione anticipata dell’assegno vitalizio a 55 anni oppure ritirare il capitale che si è accumulato e che rientra nella loro dote al termine della attività consigliare.

Altro privilegio a loro riservato è la celerità con cui si matura il diritto al vitalizio: è sufficiente una sola legislatura, ovvero 5 anni, per ottenere la pensione. Nulla a che vedere con la “quota 100” (35 anni di contributi + 65 anni di età) che si punta a raggiungere nel 2015 per i lavoratori dipendenti.

Quanto ci costa l’assegno vitalizio dei consiglieri regionali?

Nel 2010 sono stati 101 gli ex consiglieri regionali (o le vedove) a beneficiare dell’assegno per una spesa complessiva di poco superiore ai 3 milioni e 300 mila euro.

A regolare l’istituto dell’assegno vitalizio è una legge regionale, la 28 del 1999, allora alla presidenza del Consiglio regionale siedeva Roberto Louvin, approvata per contenere la spesa relativa agli assegni vitalizi degli ex consiglieri regionali e per rendere sostenibile questa voce di spesa in futuro e che, a partire dal 2003, si applica a tutti gli eletti. 

Prima di allora agli ex consiglieri spettava un’indennità fissa, calcolata in percentuale sull’indennità mensile, che cresceva con l’aumento degli anni di presenza in Consiglio. Solo per fare un esempio bastavano 5 anni in consiglio come consigliere semplice per assicurarsi una pensione di quasi 1700 euro che diventavano oltre 3.400 dopo 2 legislature e oltre 5.000 dopo 15 anni. Questo senza contare l’indennità di funzione che spetta ai presidenti delle commissioni consiliari, ai segretari dell’Ufficio di presidenza e ai vicepresidenti del consiglio. Nel 2010 sono 95 gli ex consiglieri (o le vedove) che beneficiano della rendita vitalizia calcolato con questo sistema definito della "prestazione definita" per una spesa, tra assegni e tasse, di 3.245.235,23 euro a carico del bilancio del consiglio regionale. 

Con la legge regionale del 1999, il sistema è invece radicalmente cambiato perché è stato introdotto anche per le pensioni dei consiglieri il sistema contributivo: l’ammontare dell’assegno dipende non più dalla retribuzione ma dai contributi versati: il 21% dallo stesso consigliere e il 42% dal Consiglio regionale, che generano un capitale da cui dipenderà la futura rendita mensile. A beneficiare della rendita vitalizia nel regime della capitalizzazione nel 2010 sono 6 ex consiglieri regionali per una spesa complessiva di 58.948,07 euro.
 

Exit mobile version