Elezioni, comitati ambientalisti: “Manca una visione sulle nostre tematiche”
“Le forze in campo sembrano mancare di una visione ad ampio spettro delle tematiche. Quando per uno degli ambiti sussistono elementi significativi di tale visione, sono poco chiare le modalità operative e/o normative per realizzare gli scenari ipotizzati e desiderati”. E’ il giudizio complessivo che arriva dai comitati ambientalisti sui programmi delle liste in campo per le prossime elezioni regionali del 20 e 21 settembre.
I comitati per Chalamy e Pompiod, Giù le Mani da CVA e Legambiente si sono confrontati con dieci delle dodici liste in campo. Solo Uv e Pour l’Autonomie hanno rifiutato l’incontro. “Non credo che il rifiuto fosse casuale” sottolinea nella conferenza stampa di questa mattina Ezio Roppolo “Credo che rifletta assolutamente la posizione di queste due forze, una nuova nella veste, ma vecchia nei contenuti, l’altra vecchia anche nella veste”.
Le tematiche affrontate sono i temi caldi dei comitati: aria, acqua, energia e rifiuti.
“Tutte le liste hanno dimostrato consapevolezza sulla rilevanza assoluta dell’acqua come risorsa” evidenziano i comitati “Le posizioni sono articolate circa la tutela dell’acqua, le tipologie di utilizzo e controllo e repressione degli usi illegittimi. Alcuni si esprimono chiaramente sulla necessità di impedire con ulteriori centrali idroelettriche lo sfruttamento dei pochi tratti ancora liberi, mentre altri preferiscono non pronunciarsi“. Solamente alcune liste hanno “elaborato indicazioni precise e strategie concrete, o hanno voluto esprimersi in merito alle posizioni che assumeranno al momento dell’approvazione del documento conclusivo del Piano di tutela delle acque”.
Su Cva, tutte le liste incontrate concordano sul mantenimento del controllo della partecipata, mentre sul tema dell’indipendenza energetica “nebbia in valpadana”. Per quanto riguarda invece la gestione dei rifiuti “tutti i gruppi politici incontrati si sono dichiarati molto impegnati in ottica di tutela ambientale, quindi contrari all’importazione di rifiuti da fuori Valle e all’autorizzazione di nuove discariche sul territorio regionale per rifiuti speciali o industriali, pericolosi e non. A parte gli intenti di alcune forze, “vecchie” o “nuove”, spesso non supportati dalla necessaria conoscenza specifica, non abbiamo riscontrato concrete e convincenti assunzioni di impegno, onere e/o responsabilità sulla ricerca di ogni strumento possibile per assicurare che anche le 2 discariche autorizzate vengano definitivamente rese innocue”.
Infine le questioni della mitigazione degli effetti del cambiamento climatico, la sostenibilità delle attività industriali, tra le quali la situazione della Cogne, le politiche nei confronti della fauna selvatica. “La maggior parte delle Forze politiche non indica neppure le opportunità tecniche di investimento, ad esempio per ritardare il ritiro dei ghiacciai o per il rinforzo delle riserve idriche e nessuno sembra ipotizzare possibilità né piani in tali direzioni” spiegano i referenti dei comitati “Sebbene la problematica sia conosciuta e tutti si dicano contrari a insediamenti nuovi potenzialmente inquinanti, manca la capacità progettuale per quanto riguarda i processi di riconversione anche occupazionale dell’esistente e, in molti casi, anche di limitazione e controlli delle fonti di inquinamento.”